Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre, Ramy Elgaml, un giovane di 19 anni di origini egiziane, ha perso la vita in un tragico incidente. Il dramma si è consumato nel quartiere Corvetto, a Milano, durante un inseguimento con i carabinieri.
La morte del ragazzo ha sollevato una forte ondata di proteste e tensioni.
La dinamica dell’incidente
Secondo le ricostruzioni ufficiali, Ramy viaggiava su uno scooter guidato da un amico di 22 anni quando i due sono stati fermati a un posto di blocco in Corso Como.
Tuttavia, anziché fermarsi, i ragazzi hanno deciso di fuggire, innescando un inseguimento da parte dei carabinieri. Durante la corsa, lo scooter ha perso il controllo, schiantandosi contro un marciapiede.
Ramy, che non indossava il casco, è caduto a terra, riportando ferite letali. Il conducente del veicolo è sopravvissuto e sarà ascoltato dagli inquirenti per chiarire ulteriormente i dettagli dell’incidente.
Al centro del caso vi è l’accusa, avanzata da amici e conoscenti del giovane, che la pattuglia dei carabinieri abbia urtato lo scooter durante l’inseguimento, causando l’incidente mortale. Le prime indagini ufficiali, però, sembrano escludere questa ipotesi, anche se rimangono in corso accertamenti.
Le proteste nel quartiere Corvetto
La morte di Ramy ha scatenato un’ondata di rabbia e dolore tra i residenti del quartiere Corvetto, dove il giovane era ben conosciuto. Domenica pomeriggio è partita una manifestazione spontanea per chiedere “verità per Ramy“.
Durante la protesta, circa trenta partecipanti hanno ribaltato cassonetti, appiccato roghi e lanciato petardi, fino all’intervento della polizia che ha disperso i manifestanti senza scontri diretti.
La situazione si è ulteriormente aggravata nelle ore successive, con nuovi disordini. Materiali trovati in strada sono stati dati alle fiamme, fumogeni sono stati lanciati contro le forze dell’ordine, e un SUV che ha forzato un blocco stradale ha investito alcuni manifestanti, ferendo gravemente un ragazzo di 14 anni e altre tre persone.
Le reazioni della comunità
Gli amici e conoscenti di Ramy continuano a chiedere giustizia e trasparenza. La richiesta di verità si accompagna al desiderio di chiarire i dubbi che ancora circondano la dinamica dell’incidente. La comunità locale, intanto, denuncia un sentimento di abbandono da parte delle istituzioni, che potrebbe aver contribuito all’escalation di rabbia esplosa nei giorni successivi alla tragedia.
Le indagini sulla dinamica dell’incidente e sull’eventuale responsabilità della pattuglia sono ancora in corso, mentre le autorità cercano di arginare il rischio di ulteriori scontri. Per Ramy, i suoi amici e la sua famiglia, però, rimane il bisogno di risposte: una verità che possa, almeno in parte, lenire il dolore di una perdita così prematura.