Francesca Ghio, consigliera comunale di Genova, denuncia l’indifferenza sociale e istituzionale, rilevando di essere stata vittima di abusi.
Francesca Ghio, 31 anni, è una delle voci emergenti della politica genovese e un simbolo di coraggio e determinazione. Consigliera comunale per la lista RossoVerde, è nota per il suo impegno nei temi della giustizia sociale, dell’ambiente e dei diritti delle donne.
Recentemente, ha scelto di condividere pubblicamente una dolorosa esperienza personale, rivelando di essere stata vittima di violenza sessuale a soli 12 anni. Con il suo intervento, durante una seduta del Consiglio comunale di Genova, ha dato una testimonianza toccante e potente, mettendo in luce non solo la sua resilienza, ma anche la necessità di una risposta più forte da parte della società e delle istituzioni contro la violenza di genere.
La testimonianza che ha sconvolto il Consiglio comunale
Il 26 novembre 2024, durante un Consiglio Comunale a Genova, Francesca Ghio ha rotto il silenzio su un capitolo traumatico della sua vita. Con parole cariche di emozione, ha raccontato di essere stata “violentata fisicamente e psicologicamente, tra le mura di casa mia, per mesi, ripetutamente per mesi e mesi, da un uomo di cui mi fidavo”. Il suo aggressore era un giovane manager, considerato un “bravo ragazzo”, che frequentava abitualmente la sua famiglia, nel cuore della cosiddetta “Genova bene”.
Ghio ha descritto il senso di impotenza e il peso del silenzio impostole dall’abusatore. “Lui mi diceva di stare zitta e che doveva essere il nostro segreto”, ha raccontato.
All’epoca, la mancanza di consapevolezza e strumenti per riconoscere e denunciare la violenza la costrinse a convivere con il dolore e la solitudine. “A scuola studiavamo Napoleone Bonaparte. Nessuno parlava di emozioni, consenso, sessualità, sostegno alla fragilità”, ha ricordato, evidenziando come la mancanza di educazione su questi temi abbia contribuito al suo isolamento.
Un percorso segnato dalla resilienza
Le violenze subite da bambina hanno lasciato profonde cicatrici, non solo fisiche, ma anche emotive. Ghio ha raccontato di aver vissuto anni di auto-colpevolizzazione, arrivando a credere di essere in qualche modo responsabile di ciò che le era accaduto e di meritarselo.
Con il tempo, ha tentato di confidarsi con alcune persone, ma il risultato è stato spesso deludente e doloroso. “Quando ho provato a parlarne, mi sono sentita giudicata,” ha confessato. “Iniziavo il discorso e notavo disgusto. ‘Ma no, sto scherzando’, dicevo per chiudere velocemente il discorso”.
“Mi guardo indietro oggi e a distanza di decenni nulla è cambiato. Gli uomini continuano a violentare nel silenzio complice di una società che non dà gli strumenti, che non vuole fermarsi a capire,” ha dichiarato.
Un’accusa diretta alle istituzioni, che preferiscono ignorare il problema anziché riconoscere le proprie responsabilità. “Ritengono più facile e dignitoso nascondere il problema, piuttosto che ammettere che questo cortocircuito è responsabilità del profondo vuoto che le istituzioni scelgono di non colmare.”
Nonostante le difficoltà, Francesca Ghio è riuscita a trasformare il trauma in una spinta per agire e cambiare le cose. Dopo aver trovato la forza di elaborare il suo vissuto, ha deciso di condividere la sua storia non solo per liberarsi del peso del silenzio, ma anche per dare voce a chi non può o non riesce a parlare.
La sua testimonianza un invito alla società a smettere di guardare dall’altra parte e a prendersi la responsabilità di affrontare il problema della violenza di genere in modo concreto e sistemico.
Dall’attivismo all’impegno politico
Prima di intraprendere la carriera politica, Ghio si era già distinta come attivista per il clima. È stata una delle portavoce del movimento Fridays For Future, impegnandosi per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza ambientale. Questa esperienza le ha permesso di costruire una solida reputazione come leader appassionata e determinata.
Nel suo ruolo di consigliera comunale, Ghio ha continuato a portare avanti battaglie per l’uguaglianza e il benessere sociale. Tra le sue iniziative più rilevanti, si distingue il regolamento da lei promosso che consente ai consiglieri comunali neogenitori di partecipare alle sedute da remoto, un passo significativo verso l’inclusività e il supporto alla genitorialità.
Oggi, Francesca Ghio vive con il suo compagno e la loro figlia, e continua a lavorare per una politica che metta al centro le persone e i loro diritti.
Un messaggio di speranza e lotta
Concludendo la sua testimonianza, Ghio ha lanciato un messaggio di speranza e resistenza.
“Il 25 novembre è passato, ci vediamo l’anno prossimo con la conta dei numeri. Chi sull’elenco dei nomi dei cadaveri, chi nel silenzio muore dentro: vittima due volte, dello stupratore e della società che guarda dall’altra parte. L’unica differenza? Non staremo più zitte”.