Cosa avrebbe previsto la legge Griseri: una tutela negata ai rider in caso di maltempo

La legge Griseri, bocciata dal governo, prevedeva lo stop alle consegne con allerte meteo e un fondo per compensare i rider, ma è stata bocciata dal governo.

La legge Griseri, una proposta di legge per i diritti dei rider, è stata recentemente bocciata dal governo.

L’emendamento, avanzato dalla vicepresidente nazionale del Partito Democratico Chiara Gribaudo, puntava a introdurre misure concrete per tutelare i rider durante condizioni meteorologiche estreme. Una proposta semplice, considerata da molti una questione di buonsenso e civiltà, che però non ha trovato il favore della maggioranza.

Le misure previste dalla legge Griseri

Questa legge mirava a garantire uno stop immediato delle consegne nei momenti in cui scattavano allerte meteo ufficiali. L’idea di base era semplice, evitare che i rider fossero costretti a lavorare sotto pioggia battente, alluvioni o altre condizioni estreme che mettono a rischio la loro sicurezza e salute.

La proposta di legge prendeva spunto da un episodio avvenuto durante l’ultima alluvione a Bologna, in cui un rider è stato immortalato mentre proseguiva le consegne con la città in ginocchio, simbolo estremo di una situazione lavorativa regolata da algoritmi che non si fermano nemmeno di fronte alle emergenze climatiche.

L’emendamento prevedeva, inoltre, la creazione di un fondo diversificato destinato a coprire la giornata lavorativa dei rider. Tale fondo avrebbe distinto tra lavoratori subordinati, coperti da contratto, e autonomi, includendo compensazioni per il mancato guadagno nei giorni di fermo.

In altre parole, l’intento era garantire un sostegno economico che consentisse ai rider di rispettare lo stop senza perdere il reddito giornaliero, spesso l’unica fonte di sostentamento.

Perché era necessaria la legge

La necessità di una legge come quella proposta da Chiara Gribaudo nasce dalla realtà quotidiana dei rider, una categoria di lavoratori sempre più esposta a condizioni di sfruttamento e precarietà.

In Italia, i rider sono spesso vincolati da contratti atipici e soggetti a sistemi di valutazione algoritmica che premiano la continuità del servizio, anche a discapito della sicurezza personale. Questo meccanismo porta i lavoratori a non potersi fermare neanche durante emergenze climatiche, pena la perdita di compensi o di posizionamento nelle app delle piattaforme.

Secondo la legge Griseri, il fermo delle consegne in caso di allerta meteo non sarebbe stata una scelta individuale, ma un obbligo imposto dalla legge. In questo modo, i rider non avrebbero più dovuto subire il dilemma etico e pratico di scegliere tra la propria sicurezza e la sopravvivenza economica.

La bocciatura del governo

Nonostante l’obiettivo della proposta fosse chiaro e condivisibile, la legge Griseri è stata bocciata dal governo e dalla maggioranza di destra in Commissione Bilancio alla Camera.

La vicepresidente del PD Chiara Gribaudo non ha nascosto la sua delusione, definendo l’emendamento una “proposta di buonsenso” che avrebbe richiesto una copertura finanziaria minima, soprattutto se confrontata con altre spese approvate in questa legislatura.

Gribaudo ha puntato il dito contro le scelte del governo, sottolineando come l’aumento degli stipendi dei ministri (+7mila euro al mese) contrasti con la mancanza di tutele per lavoratori e lavoratrici precari, come i rider.

“La smettano di parlare di popolo – ha dichiarato la deputata dem – quando l’unica cosa che fanno è aumentare i privilegi di chi già li ha”. Il riferimento alle politiche sulle pensioni, il salario minimo e la sanità pubblica mette in luce un contrasto sempre più evidente tra il governo e chi cerca di tutelare i diritti dei lavoratori più fragili.

I rider e la realtà della gig economy

La bocciatura della legge Griseri riporta in primo piano il tema della gig economy, un modello economico basato su prestazioni lavorative saltuarie, spesso mal retribuite e prive di adeguate protezioni.

I rider rappresentano l’emblema di questa realtà, sono lavoratori invisibili, indispensabili per il funzionamento delle piattaforme di consegna, ma esclusi da tutele fondamentali come la sicurezza sul lavoro e il diritto a fermarsi di fronte a condizioni estreme.

La vicenda di Bologna è solo uno dei tanti episodi che denunciano la precarietà di questa categoria. Un’immagine simbolica, quella del rider sotto la pioggia battente, che dovrebbe interrogare non solo la politica ma anche la società intera. La mancata approvazione della legge Griseri rappresenta, per molti, un’occasione persa per avviare un cambio di passo.