Cosa sono il BPA, DEHP e PBDE: le plastiche quotidiane ed il rischio invisibile di malattie cardiache e decessi prematuri

L’esposizione a sostanze chimiche presenti in oggetti quotidiani, come il BPA e il DEHP, è collegata a gravi malattie cardiache e decessi.

Ogni giorno siamo circondati da oggetti di plastica, dalle bottiglie d’acqua ai dispositivi elettronici, eppure pochi sono consapevoli che queste semplici abitudini quotidiane possono costare caro alla nostra salute.

L’uso di sostanze chimiche come il bisfenolo A (BPA), il di-2-etilesilftalato (DEHP) e gli eteri di difenile polibromurato (PBDE) sono ampiamente diffuse nei vari prodotti, ma nuove ricerche suggeriscono che queste sostanze possono essere collegate a gravi malattie cardiache e, in casi estremi, alla morte prematura.

L’effetto invisibile delle sostanze chimiche

Le indagini condotte dalla ricercatrice Maureen Cropper dell’Università del Maryland, pubblicate su Proceedings of the National Academy of Sciences, suggeriscono che nel 2015 ben 5,4 milioni di casi di malattia coronarica e 346.000 ictus potrebbero essere stati causati dall’esposizione al BPA.

Inoltre, si stima che circa 164.000 decessi tra i 55 e i 64 anni siano attribuibili al DEHP, una sostanza plastificante utilizzata nelle materie plastiche.

Questi risultati sono ancora più allarmanti quando si considera che l’esposizione a queste sostanze chimiche non avviene solo tramite alimenti confezionati in plastica, ma anche attraverso l’uso quotidiano di mobili, dispositivi elettronici e altri oggetti di plastica che ormai fanno parte della nostra vita.

Il BPA e il DEHP sono noti per essere interferenti endocrini, ovvero sostanze che alterano il normale funzionamento degli ormoni nel nostro corpo, influenzando il sistema cardiovascolare e provocando malattie gravi come l’infertilità e l’obesità.

Le sostanze incriminate: BPA, DEHP e PBDE

Il BPA è una sostanza chimica che si trova comunemente in plastica rigida e resine epossidiche, utilizzate in contenitori alimentari, bottiglie e imballaggi. Nonostante i divieti di utilizzo in molti Paesi, il BPA è ancora presente in alcuni prodotti, e le sue tracce possono facilmente fuoriuscire, soprattutto quando questi oggetti entrano in contatto con alimenti e bevande.

Il DEHP, un altro plastificante, è ampiamente usato per conferire flessibilità alla plastica, ma è stato associato a problemi di salute legati all’apparato riproduttivo e metabolico.

Gli eteri di difenile polibromurato (PBDE), invece, sono utilizzati come ritardanti di fiamma, prevalentemente in elettronica e mobili. Queste sostanze, purtroppo, non si limitano a rimanere intrappolate nei materiali, ma possono migrare nell’ambiente e nel corpo umano, causando danni a lungo termine.

Un pericolo sottovalutato: il danno a lungo termine

Non solo l’esposizione diretta, ma anche gli effetti collaterali a lungo termine di queste sostanze sono estremamente preoccupanti. Gli studi hanno rivelato che l’esposizione durante periodi critici dello sviluppo, come la gravidanza e l‘infanzia, può avere effetti irreversibili sulla salute, alterando non solo la fertilità ma anche il metabolismo e il sistema nervoso.

Gli effetti di queste sostanze, sebbene non immediatamente evidenti, possono emergere anni dopo, specialmente in persone geneticamente predisposte a malattie cardiovascolari. La ricerca ha mostrato che l’esposizione cronica a queste sostanze chimiche può portare a condizioni patologiche permanenti, contribuendo alla crescente incidenza di malattie come la sindrome metabolica e i disturbi cardiaci.

Le politiche di regolamentazione: un passo avanti, ma non è abbastanza

Negli Stati Uniti, in Europa ed in Canada, alcuni dei paesi più esposti, l’uso di queste sostanze è stato progressivamente limitato grazie a normative più rigorose.

Tuttavia, il danno provocato dalle sostanze chimiche presenti nei prodotti quotidiani è ancora significativo. Le stime infatti suggeriscono che almeno 515.000 morti potrebbero essere state evitate se l’esposizione fosse stata ridotta ai livelli raccomandati dalla legge.

Sebbene la riduzione dell’uso di queste sostanze sia un passo positivo, non è sufficiente a proteggere la popolazione a livello globale. Occorrono per questo politiche più stringenti, più vigilanza e soprattutto una maggiore consapevolezza tra i consumatori, affinché possano fare scelte più informate riguardo ai prodotti che utilizzano ogni giorno.

Proteggere la salute pubblica

La correlazione tra l’uso quotidiano di plastiche contenenti BPA, DEHP e PBDE e l’aumento delle malattie cardiache è chiara e urgente. Non è più possibile ignorare i rischi associati a queste sostanze chimiche, e i governi, insieme ai produttori, devono impegnarsi in modo più efficace per limitarne l’uso.

I consumatori devono essere informati riguardo ai pericoli di queste sostanze per poter scegliere alternative più sicure. Con una maggiore attenzione alle politiche ambientali e di salute pubblica, possiamo ridurre l’esposizione a queste sostanze e prevenire un numero significativo di malattie e morti premature.