Cosa succederebbe se scoppiasse la Terza Guerra Mondiale? Dove rifugiarsi? I paesi considerati più sicuri nell’eventualità.
La guerra tra Russia ed Ucraina oscilla tra ipotesi di tregua e timori di allargamenti del fronte (soprattutto a vedere il bellicismo che si respira in Europa), il conflitto tra Palestina ed Israele è mai sopito, la situazione in Siria (con gli ex oppressi che adesso opprimono e uccidono, dopo aver ribaltato la dittatura di Assad) e nello Yemen sono sempre drammatiche, le tensioni balcaniche sono all’ordine del giorno: la situazione di tregua globale è sempre più in pericolo (e abbiamo citato solo alcuni dei fronti di tensione internazionale).
Alla luce di queste situazioni ci si può chiedere: che cosa accadrebbe se dovessimo affrontare davvero una terza guerra mondiale? E quali sono i paesi più sicuri per rifugiarsi dal pericolo di attacchi nucleari? (Detto che un conflitto atomico su scala globale provocherebbe una carestia che porterebbe alla morte di almeno 5 miliardi di persone).
Alcuni studiosi hanno effettuato delle simulazioni al computer e hanno stilato una classifica dei luoghi dove è più probabile sopravvivere.
Al primo posto, lontano da tutto e da tutti, si piazza l’Antartide, all’estremo sud del pianeta Terra. A causa del freddo glaciale e delle temperature che scendono fino ai -70 gradi nei mesi invernali e oscillano tra i -15 e i -45 gradi durante l’estate, il continente non è abitato, tuttavia sono presenti delle basi di ricerca scientifica che ospitano gli esperti durante alcuni periodi dell’anno.
Al secondo posto, troviamo l’Argentina, la quale, nonostante l’evidente crisi economica e finanziaria, è favorita dall’ingente attività dell’agricoltura per sopravvivere agli effetti nucleari. Difatti, le loro coltivazioni sono più resistenti e robuste delle nostre, perciò potrebbero conservarsi meglio.
Successivamente, sul terzo scalino si posiziona il Bhutan, situato in Asia-meridionale, noto per essere uno dei paesi più felici al mondo. Oltre alla sua dichiarazione di neutralità in qualsiasi conflitto armato, la nazione possiede una posizione strategica, poiché è circondato da catene montuose e non ha sbocchi sul mare.
Scendendo dal podio, troviamo il Cile (sulla stessa scia dell’Argentina per quanto riguarda le coltivazioni), le Isole Figi (caratterizzate da una fitta vegetazione e da un’ingente presenza e varietà di pesce), la Groenlandia (per ragioni simili all’Antartide – anche se ultimamente le mire trumpiane potrebbero far cambiare opinione in merito), l’Islanda (autosufficiente per quanto riguarda le risorse), l’Indonesia (per l’adozione di neutralità nei confronti delle politiche internazionali), la Nuova Zelanda (per il suo alto stato di pacificità, posizione neutrale e catene montuose a proteggerla), il Sudafrica (territorio alquanto fertile e risorsa naturale di cibo), la Svizzera (per il proclamato atteggiamento di neutralità e l’assenza di accessi sul mare) e il Tuvalu (zona piuttosto povera e poco rilevante da colpire in caso di conflitto).
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