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Kean, che famiglia di calciatori: dalle orme del fratello ai gol in Europa, la saga del ragazzo di Vercelli

Una storia di sangue e pallone, che parte da un oratorio di Asti e arriva ai riflettori della Serie A (e della musica)

Ci sono dinastie che nascono sui campi polverosi, non nei palazzi del calcio. Quella dei Kean è una di queste: un intreccio di destini sportivi che unisce Vercelli, Asti e mezzo continente. Al centro, Moise Bioty Kean – classe 2000, nato in Piemonte da genitori ivoriani – oggi attaccante della Fiorentina e uomo simbolo di una nuova generazione di calciatori italiani cresciuti tra due culture, due identità, due modi di stare al mondo.

In casa Kean, il calcio non è mai stato solo un gioco. Il fratello maggiore, Giovanni Kean Dossè, è stato il primo a indossare una maglia professionistica, aprendo la strada al più giovane Moise. L’esempio fraterno, più che la televisione o le figurine, è stato la miccia: i due iniziano a giocare insieme nell’oratorio Don Bosco di Asti, poi passano all’Asti Calcio. Moise ha meno di dieci anni, ma segna già contro avversari più grandi: talento precoce, istinto puro.

La famiglia, intanto, si allarga in senso sportivo. Il cugino Abdoulaye Bamba milita in Francia, all’Angers SCO; un altro cugino, Massimo Goh, gioca in Serie D al Real Forte Querceta; e lo stesso Giovanni continua a muoversi tra le categorie minori italiane. Persino il piccolo Alan, nipote di Moise, ha iniziato il suo cammino nel calcio, nella Nuova Sondrio Calcio. È un albero genealogico in cui il pallone è il collante, la lingua comune tra generazioni e nazioni diverse.

Dall’oratorio alla Juventus: la storia di Moise Kean

Da Asti alla Juventus, il salto arriva presto. Dopo un provino superato quasi per caso, Moise approda nel vivaio bianconero, dove incontra figure decisive come Corrado Grabbi. A 16 anni debutta in Serie A, a 17 segna il suo primo gol: è il primo giocatore nato negli anni 2000 a riuscirci nei cinque principali campionati europei. Il suo nome entra subito nei libri di statistica e nelle cronache.

La carriera è un viaggio a tappe: Juventus, Verona, Everton, Paris Saint-Germain, di nuovo Juventus e infine Fiorentina. In Francia vince due trofei, a Torino trova continuità e a Firenze, dopo un inizio frenato dagli infortuni, esplode definitivamente: 25 gol nella stagione 2024-2025, con tanto di tripletta al Verona e un posto d’onore tra i protagonisti del campionato.

Ma Kean non è solo pallone: nel 2023 collabora con il gruppo rap 19F, l’anno dopo pubblica un album tutto suo, Chosen, e nel 2025 diventa il primo calciatore professionista a entrare nella colonna sonora di EA Sports FC 26 con il brano BOMBAY.

Oggi Moise è il volto più noto di una famiglia che ha fatto del calcio una vocazione collettiva. Non è un caso che ogni intervista torni alle sue origini: l’oratorio, la madre Isabelle, le estati ad Asti, i consigli di Giovanni. In un’epoca in cui i calciatori sembrano prodotti d’accademia, Kean rappresenta una traiettoria diversa: quella di chi parte dal basso, con un pallone troppo grande e un sogno ancora più grande.

Andrea Segala

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