La vicenda arriva dalla zona di Belluno, precisamente da Perarolo. Erano le 8 di ieri quando è arrivata la segnalazione di un escursionista ai carabinieri. Una madre di tre figli aveva deciso di farla finita al ponte tibetano di Perarolo.
La donna era in bilico nel vuoto dopo aver superato le protezioni laterali, e poggiava i piedi su uno dei tiranti. I soccorsi si sono subito recati sul posto, percorrendo anche un tratto a piedi, in quanto la strada che porta verso il ponte è di tipo forestale. La prima pattuglia ad arrivare è quella dei carabinieri di Cortina: a bordo un graduato esperto e una giovane carabiniera. A seguire, i vigili del fuoco e i sanitari pronti a intervenire.
Inizialmente la situazione lasciava intendere che la donna fosse un’escursionista in pericolo, ma in un secondo momento la vicenda si fece più chiara. La pattuglia capì che si trattava in realtà di una donna intenzionata a togliersi la vita.
Determinante è stato il ruolo della carabiniera che, mantenendo la calma, ha cercato di avvicinarsi al punto preciso in cui la donna si affacciava al vuoto. Fin da subito ha cercato di instaurare un contatto verbale cercando di smorzare la drammaticità della situazione. Le due donne hanno conversato per quattro lunghissime ore, e la carabiniera ha improntato il suo discorso sugli affetti della donna. Le ha iniziato a ricordare dei suoi tre figli e del dolore che avrebbe provocato loro con la sua morte.
La donna appariva molto confusa, ed è questo il motivo per cui è stato necessario agire con così tanta cautela. Durante il suo discorso, la giovane carabiniera si è persino seduta sul ponte, riservando alla donna tutta la sua empatia, e riuscendo finalmente a farla ragionare e a tornare sui suoi passi.
È stata l’unica persona di cui la donna si è fidata durante quei tragici attimi, nonostante sul posto fosse presente anche l’esperto militare negoziatore.
La familiarità instaurata con la carabiniera ha fatto sì che per la donna, nonchè madre di tre figli, tutto finisse per il meglio.