Il primo turno delle elezioni amministrative a Roma si è concluso con una sonora sconfitta per Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle). La sindaca uscente, infatti, ha ottenuto il 19,08% dei voti, superata di pochi decimali anche dall’outsider Carlo Calenda (19,82%). La corsa di Raggi si ferma qui e per la fascia di sindaco si sfideranno, tra due settimane, Roberto Gualtieri (27,03%) ed Enrico Michetti (30,15%). A Roma ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra, dunque, senza il Movimento 5 Stelle (M5S).
L’attuale alleanza tra M5S e Partito Democratico (PD) lascerebbe ipotizzare un sostegno dei grillini a Gualtieri al secondo turno, ma Raggi non sembra disposta a esprimersi in favore del candidato del PD. Infatti, ieri sera, presentandosi davanti ai giornalisti per la consueta conferenza stampa, ha annunciato che i voti di chi le ha dato fiducia “non saranno svenduti ai saldi di fine stagione”. Niente indicazioni di voto, dunque, perché “i voti non sono pacchetti da spostare né i cittadini mandrie da portare al pascolo”.
Nonostante la mancata rielezione, Raggi non interpreta i risultati di questa tornata elettorale come una sconfitta. Anzi, durante la conferenza stampa ha rivendicato di aver ottenuto “poco meno di quanto hanno totalizzato le corazzate del centrodestra e del centrosinistra“. Di essersi “accollata la parte più difficile del lavoro”. Di aver riportato un’etica nella politica e di aver gettato le basi per molti progetti che faranno “risorgere Roma“. Se una resurrezione ci sarà, però, sarà senza di lei. Anche se Raggi ha garantito che vigilerà sul nuovo sindaco.
Alle spalle dell’ex sindaca compaiono esponenti del suo partito, ma nessuno dei big. Dove sono Giuseppe Conte e Luigi Di Maio? Lo rivela Dagospia: a Napoli, a festeggiare la vittoria schiacciante di Gaetano Manfredi, sostenuto da PD e M5S, eletto con oltre il 60% dei voti.
A Roma, dunque, la leadership del partito abbandona la nave. E, in realtà, il Movimento stesso sembra evanescente. La sala della conferenza stampa, infatti, è decorata di arancione, il colore della lista personale della candidata (Virginia Raggi-Avanti con coraggio). Niente giallo. Niente tripudio di stelle, come invece fu cinque anni fa, quando i grillini conquistarono la capitale e Virginia Raggi, prima sindaca di Roma e rappresentante di un M5S radicale e anti-establishment, era la novità del momento. Cinque anni dopo a Roma ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra, come nella Seconda Repubblica.
Virginia Raggi, però, non è l’unica a non volersi schierare in vista del ballottaggio. Anche Carlo Calenda, infatti, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della sera di non poter fare apparentamenti e accordi: “Sarebbe un tradimento verso i miei elettori”.