Registrato l’ennesimo furto a Pompei: sottratto un chiusino in marmo dalla Domus di Sirico.
A quanto pare, nemmeno le “maledizioni” bastano a spaventare i ladri di reperti storici. Non è la prima volta, infatti, che si verifica un furto nel parco archeologico di Pompei.
Il fatto, stando a quanto riportato dalle autorità, sarebbe avvenuto tra il 30 settembre e il 4 ottobre. La Direzione del Parco ha provveduto a dare l’allarme e a denunziare il furto: si confida nelle telecamere di sorveglianza.
Sarebbero stati i custodi a dare l’allarme, essendosi accorti dell’assenza del reperto, durante il periodico giro di ricognizione.
Il chiusino in questione, in marmo, di forma circolare e del diametro di 20 centimetri, si trovava nel Regio VII, nella splendida Domus di Vedius Siricus, ricco mercante e politico della Pompei di età romana. Si tratta un’area accessibile al pubblico e recentemente interessata a lavori di restauro.
Considerati peso e dimensioni, in teoria non sarebbe stato così difficile sottrarre il reperto. Evidentemente, non sono bastate le telecamere e il fatto che l’oggetto fosse ancorato alle strutture a fermare i ladri.
Furti a Pompei: un feticismo per i souvenirs
A quanto pare, non è la prima volta che qualche visitatore decide di riportarsi a casa un bel souvenir da Pompei.
Lo scorso anno, infatti, la Direzione del parco archeologico ha annunciato di aver ricevuto dai carabinieri una busta contenente 5 piccoli reperti trafugati nel 2005. Sul pacco, un francobollo canadese e delle lettere che spiegavano come fossero riusciti a portare via gli oggetti.
“Abbiamo deciso di rendere gli oggetti, perché portano sfortuna”. Dove non arriva la sicurezza, subentrano le maledizioni! E non è un segreto il fatto che ci siano dei “sigilli magici” nei siti archeologici più famosi, per tenere alla larga turisti incivili, ladri e profanatori.
Si pensi, ad esempio, alla maledizione di Tutankhamon, a quella di Montezuma o, ancora, a quella di Paestum.
Naturalmente, è prerogativa (sconsigliata) di ciascuno decidere se tentare la sorte e violare la legge per verificare tali “dicerie”, ma per ora la speranza è che il timore di una cattiva sorte spinga i nuovi ladri a restituire il chiusino al più presto!