Quando 10mila No Vax, aizzati dai leader del partito neofascista Forza Nuova, bloccavano Roma, Giorgia Meloni era a Madrid. Ma che cosa ci faceva in Spagna, domenica, la leader di Fratelli d’Italia (FdI)? Prendeva parte al congresso di Vox, partito spagnolo di estrema destra che fa parte dello stesso eurogruppo di FdI, i Conservatori e Riformisti Europei (ECR).
Vox, un partito neofascista nella Spagna socialista
Vox è nato nel dicembre 2013 da un gruppo di critici in seno al Partido Popular (PP), il partito conservatore – potremmo dire di centrodestra – nel panorama politico spagnolo. Guidato dal 2014 da Santiago Abascal, Vox si presenta come “la Voce (Vox) della Spagna viva”, un’alternativa “patriottica” all’attuale governo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sánchez.
Il partito di Abascal non ha mai nascosto le sue posizioni estreme, in più occasioni apertamente omofobe, sessiste, razziste, fasciste e negazioniste del cambiamento climatico. Queste idee possono apparire assurde, a tratti anche grottesche, eppure Vox negli ultimi anni ha conosciuto una crescita paragonabile a quella di FdI in Italia.
Alle elezioni del 2019, quelle che hanno portato alla formazione dell’attuale governo, infatti, Vox ha più che raddoppiato i suoi rappresentanti in Parlamento: da 24 delle precedenti votazioni a 52.
Il congresso, l’Agenda di Vox e l’«ideologia di genere»
Durante il congresso di Vox, Abascal ha presentato una “Agenda della Spagna“, elaborata a partire dall’ultimo programma elettorale del partito, in opposizione all’Agenda 2030 del governo. L’Agenda di Vox si articola in 20 punti che propongono, in sostanza, la creazione di uno Stato forte in tutti gli ambiti.
Niente autonomie locali, quindi, ma uno Stato centrale che decida per tutti almeno in materia di educazione, sicurezza, giustizia e sanità. Ma non solo. L’Agenda di Vox, infatti, arriva a chiedere la messa al bando di tutti i partiti, associazioni e ONG che “minacciano l’unità dello Stato e la sua sovranità”. In altre parole, niente pluralismo.
Tra le varie amenità – o, forse, aberrazioni – dell’Agenda, c’è poi la proposta di abolire le attuali leggi spagnole sulla violenza di genere. L’ultima di queste, in ordine di tempo, è quella approvata in estate dal consiglio dei ministri e riassunta dallo slogan femminista “Solo sì è sì”. Questa norma modifica la definizione di violenza sessuale, stabilendo che qualsiasi atto commesso senza l’esplicito consenso di una delle due parti debba essere considerato una violenza.
Questa legge è stata ampiamente discussa, anche in Italia, e ha suscitato pure una certa ironia. Alcuni dei suoi detrattori, infatti, sostengono che la nuova norma vorrebbe di fatto la firma di un contratto prima del rapporto sessuale, uccidendo l’eros.
Ma qual è l’alternativa di Vox? Il partito di estrema destra vorrebbe fare piazza pulita della legislazione spagnola attuale per varare una nuova, generica “legge contro la violenza domestica“, rivolta sia alle donne che agli uomini. In pratica, Vox sostiene che non ci sia nessuna questione di genere, nessuna emergenza specifica legata all’universo femminile, ma solo un’illusoria “ideologia di genere“.
Giorgia Meloni e il passato fascista
A Madrid Giorgia Meloni è stata raggiunta dalle notizie provenienti da Roma. I No Vax, Forza Nuova, l’assalto squadrista alla sede della Cgil. E dalle richieste, da parte della sinistra, di una sua ferma condanna delle violenze di matrice neofascista.
Dal palco di Vox, dunque, Meloni ha cercato di tagliare i ponti con il fascismo, ma il taglio non è venuto poi così netto. “È squadrismo, ma non conosco la matrice” ha infatti dichiarato la leader di FdI. “Sarà fascista, non sarà fascista non è questo il punto. Il punto è che è violenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre”.
Per la seconda volta in pochi giorni, dunque, Giorgia Meloni ha dovuto affrontare il tema, spinoso per il suo partito, del fascismo. La settimana scorsa, infatti, l’inchiesta “La lobby nera” di Fanpage ha portato alla luce l’esistenza, in FdI, di ambienti neofascisti e neonazisti.
Anche in quell’occasione Meloni ha preso le distanze, ma senza condannare in modo fermo e assoluto il fascismo. Questo atteggiamento, secondo la politologa Sofia Ventura, intervistata da Repubblica, deriva dalle radici stesse di Fratelli d’Italia. Se FdI è nato nel solco del Movimento Sociale Italiano (MSI), di ispirazione fascista, come può la sua leader condannare quello stesso mondo?