Ritrovato nell’Adige il cadavere della madre che si è suicidata dopo aver ucciso le due figlie: la donna aveva però avvertito gli assistenti. Ci si chiede se la tragedia si sarebbe potuta evitare.
Su RaiUno, a “Storie Italiane”, condotto da Eleonora Daniele, si parla del tragico avvenimento: Sachithra Fernando Mahawaduge ha ucciso le proprie figlie, di 11 e 13 anni, in una casa-accoglienza a Verona.
Stando a quanto riportato dagli inquirenti, la donna avrebbe soffocato le piccole nel sonno. Al controllo di routine degli assistenti socio-sanitari avrebbe risposto: «Le bambine hanno la febbre, datemi una medicina e lasciatele dormire. Oggi non le mando a scuola».
Si sarebbe poi allontanata dalla struttura per suicidarsi nel fiume Adige, dove è stato ritrovato il corpo senza vita.
Le tre si trovavano in una Comunità di assistenza per decisione del tribunale dei minori, per garantire loro una vita sicura lontano dal padre violento.
Una tragedia per evitarne un’altra?
La vicenda sembra incomprensibile: come può una madre uccidere le proprie figlie dopo aver combattuto per allontanarle dalle violenze domestiche del padre?
Il padre Ruwan Kiriwellage, però, dopo essere stato denunciato e allontanato per abusi sulla prima figlia, ha parlato dei problemi della moglie.
Stando alle dichiarazioni dell’uomo, infatti, Sachithra Fernando Mahawaduge soffriva di problemi mentali e aveva bisogno dell’assistenza di uno psicologo.
La donna, però, aveva già avvertito gli assistenti: «Se archiviano la posizione giudiziaria di mio marito mi ammazzo e ammazzo le figlie. Piuttosto che subire di nuovo le violenze uccido loro e me».
La terribile scoperta dei corpi delle bimbe è stata fatta da un’operatrice della casa di accoglienza, che non ha sentito alcun rumore provenire dalla stanza.
Si attende ancora che venga eseguita l’autopsia, in modo da capire meglio le dinamiche della vicenda.
Ciò che resta da chiedersi è se la tragedia si sarebbe potuta evitare, se il grido di disperazione della madre sia stato sottovalutato.