Covid e restrizioni, proteste in tutta Europa: le immagini degli scontri

Paura di una quarta ondata della pandemia: i governi si organizzano con nuove restrizioni, ma scoppiano proteste in tutto il continente.

Una delle ultime manifestazioni contro le nuove misure restrittive messe in atto dai governi europei, si è tenuta a Bruxelles, in Belgio, domenica scorsa 21 novembre.

Quella che doveva essere una protesta pacifica, si è presto trasformata in una sorta di guerriglia per le strade della città, cui la polizia ha risposto con l’impiego di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.

Secondo quanto riportato dai media, erano presenti oltre 35.000 persone all’evento, contrari alle restrizioni che riguarderanno i non vaccinati, con misure che potrebbe includere un lockdown ad hoc.

La folla di manifestanti ha iniziato a lanciare pietre ed oggetti contro le forze dell’ordine, per poi continuare danneggiando le auto della polizia e facendo irruzione nei negozi.

Il bilancio è di 3 agenti feriti, in maniera lieve, e di oltre 40 protestanti in manette.

L’Europa si ribella alle nuove norme anti-Covid: le proteste

Quanto successo a Bruxelles si può considerare come l’ennesimo evento di protesta avvenuto nelle ultime settimane nel continente. Numerose le città che hanno visto i manifestanti scendere in piazza contro le nuove restrizioni anti-Covid, ce colpiscono soprattutto chi non si è sottoposto ai cicli vaccinali.

Durante il weekend, in concomitanza con gli eventi in Belgio, si sono registrate altre manifestazioni in Austria, Svizzera, Croazia e in Italia.

A Enschede, al confine con la Germania, le autorità locali hanno chiesto ai cittadini di non scendere in piazza, vista la situazione di emergenza.

A seguito agli scontri nella città di Rotterdam, avvenuti nella notte tra venerdì e sabato, durante i quali la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti, si sono contate proteste anche ad Amsterdam e a l’Aja.

In linea generale, le nuove restrizioni prevedono il riconoscimento del Covid Pass solo a coloro che o si sono vaccinati o che sono guariti dal virus, lasciando fuori coloro che fino ad ora potevano spostarsi sottoponendosi ad un tampone molecolare.