Accuse di cancel culture alla Bicocca di Milano: cosa è successo?

L’ennesimo episodio di tensione, scaturito in seguito all’aggravarsi del conflitto fra Russa e Ucraina, vede questa volta come protagonista Paolo Nori: scrittore, traduttore, blogger e docente al dipartimento di studi umanistici Iulm, dove insegna traduzione editoriale della saggistica russa.

L’autore ha denunciato un episodio di presunta cancel culture da parte dell’Università Bicocca di Milano, dove Nori, a partire dalla giornata di giovedì 3 marzo, avrebbe dovuto iniziare un ciclo di 4 lezioni sullo scrittore russo Dostoevskij dal nome: “La grande Russia portatile. Viaggio sentimentale nel paese degli zar, dei soviet, dei nuovi ricchi e nella più bella letteratura del mondo” partendo dal suo romanzo: “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor Dostoevskij”.

All’interno di una diretta Instagram lo scrittore ha raccontato di aver ricevuto una mail dall’Ateneo che recitava: “Caro professore, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice dì rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello dì evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione”.

Nori, fortemente incredulo e sbigottito ha dichiarato, trattenendo a stento le lacrime: “Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto. Un russo che quando era vivo, nel 1849, è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita.”

Il professore ha poi continuato: “Quello che sta succedendo in Ucraina è orribile, e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma queste cose qua sono ridicole: un’università italiana che proibisce un corso su Dostoevskij, non ci volevo credere. Questa cosa che un’università italiana proibisca un corso su Dostoevskij per evitare ogni forma di polemica è incredibile; anzi, proprio in periodi come questi bisognerebbe parlare di più di Dostoevskij”

La smentita dell’Ateneo

La polemica è durata però giusto lo spazio di una mattinata.

Dalla Bicocca è arrivata una smentita comunicata dalla direttrice Giovanna Iannantuoni che ha dichiarato: “Nessuna censura, il corso si terrà come previsto. Ho invitato Nori per un caffè in rettorato e lui ha accettato. C’è stato un malinteso in un momento di grande tensione. Dall’idea di questa università non c’è niente di più lontano della censura. Il nostro ateneo è aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto”.