Qual è la storia vera di Ruth Bader Ginsburg che ha ispirato ‘Una giusta causa’?

In occasione della Festa della donna, oggi 8 marzo alle 21.25, Rai 1 trasmetterà il film Una giusta causa” che ripercorre la strabiliante storia dell’iconica Ruth Bader Ginsburg, una delle prime donne ammesse alla facoltà di giurisprudenza della prestigiosa Università di Harvard e la la seconda donna a essere nominata Giudice della Corte Costituzionale.

Il film è stato diretto da Mimi Leder con Felicity Jones, Armie Hammer, Justin Theroux, Sam Waterson e ripercorre le tappe fondamentali della vita della Ginsburg, una delle icone fondamentali nella lotte femministe per la parità di genere negli Stati Uniti.

Una vita piena di soddisfazioni ma non priva di difficoltà, Ginsburg ha affrontato, in quanto donna, una serie di stereotipi, pregiudizi e discriminazioni di ogni genere.

Biografia

Ruth Bader Ginsburg nasce il 15 marzo 1933 nel quartiere New York da genitori ebrei immigrati da Odessa (Ucraina), a 21 anni si laurea in diritto alla Cornell University e, dopo essersi sposata, inizia il corso di laurea in giurisprudenza all’Harvard Law School dove compare come una delle sole 9 studentesse in una classe di circa 500 persone.

Nel 1959, ottiene la sua laurea in giurisprudenza, ma nonostante varie lettere referenziali e i brillanti risultati scolastici, non riesce a trovare un lavoro in quanto donna.

Dal 1963 al 1972 diventa docente presso la Rutgers University, con uno stipendio molto più basso rispetto ai suoi colleghi uomini.

Dal 1972 al 1980 insegna alla Columbia University, prima donna con la cattedra e co-autrice del primo libro scolastico di legge sulla discriminazione sessuale.

Nel 1980 il Presidente Jimmy Carter la nomina giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti d’America per il Distretto della Columbia, dove lavora fino alla sua nomina presso la Corte suprema degli Stati Uniti d’America nel 1993.

Ruth Bader Ginsburg muore il 18 settembre 2020 all’età di 87 anni, a causa di un cancro metastatico al pancreas, ed è sepolta nel cimitero nazionale di Arlington.

Dal 2021 è ricordata con una targa al Giardino dei Giusti di Milano, è universalmente considerata una  figura simbolo dell’emancipazione femminile.