Garry Kasparov nasce a Baku (capitale della repubblica ex-sovietica dell’Azerbaigian) il 13 aprile 1963 da madre armena, Klara Shagenovna Kasparova, da cui prenderà il cognome con il quale è diventato una leggenda del mondo degli scacchi.
Kasparov è noto per la sua attività di attivista politico: anticomunista, quindi spesso nelle mire del Kgb sovietico, si è spesso battuto per la democratizzazione della Russia, diventando quindi un fermo e pubblico oppositore di Vladimir Putin.
Dopo il ritiro dalle competizioni, il “Re degli scacchi” si dedica anima e corpo alla politica, continuando a scagliarsi animatamente contro Vladimir Putin e la sua direzione politica, considerata dal campione come eccessivamente autoritaria, violenta e antidemocratica.
Kasparov viene arrestato la prima volta nell’Aprile del 2007 durante dei tumulti avvenuti a Mosca perché fermato tra i manifestanti appartenenti alla fazione politica “L’altra Russia”.
Il 24 novembre del medesimo anno, arriva un secondo arresto per lui, sempre a Mosca: la manifestazione cui prende parte, non è autorizzata, il clima in cui si inserisce la vicenda è quello infiammato delle elezioni parlamentari.
Il 17 agosto del 2012 lo scacchista viene nuovamente arrestato, durante alcune interviste rilasciate in favore del gruppo rock delle Pussy Riot, arrestate per aver manifestato contro Vladimir Putin in un concerto tenuto all’interno di una chiesa; anche in quest’ultima occasione, Kasparov viene sorpreso e arrestato durante una manifestazione non autorizzata.
Nel suo libro “L’Inverno sta arrivando”, pubblicato nel 2015, il campione aveva profetizzato che Putin non si sarebbe mai fermato e sarebbe quindi presto arrivato il giorno in cui avrebbe attaccato di nuovo l’Ucraina, parole che, visti gli ultimi tragici sviluppi, si sono dimostrate realmente profetiche.