Scienza

Cos’è Glass-z13? Alla scoperta della galassia più antica avvistata dall’uomo

Un team internazionale di astronomi ha annunciato la scoperta della galassia più antica mai scoperta dall’uomo. La galassia candidata al titolo di più antica galassia osservata è stata chiamata GLASS-z13 e si stima che abbia 13,5 miliardi di anni. Potrebbe trovarsi a circa 33 miliardi di anni luce da noi.

L’annuncio

La scoperta è stata annunciata da un team internazionale di astrofisici in un articolo pubblicato su ArXiv e di cui è autore Rohan Naidu dell’Harvard & Smithsonian Center for Astrophysics. Pertanto, il lavoro non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria, sebbene abbia suscitato grande interesse nella comunità scientifica.

Poco più di una settimana fa, il telescopio spaziale James Webb della NASA ha catturato le prime immagini a colori e più nitide dell’universo. La prima cattura mostra migliaia di galassie, oltre a oggetti più deboli rilevati nella luce infrarossa, e un’area dello spazio chiamata “SMACS 0723”.

Gli esperti stimano che potrebbe avere 13,5 miliardi di anni, ovvero 300 in meno rispetto all’esplosione del Big Bang. I risultati della ricerca, pubblicati su ArXiv in un documento non ancora sottoposto a revisione paritaria, suggeriscono che questa galassia potrebbe trovarsi a circa 33 miliardi di anni luce dalla Terra.

Questa scoperta è più di una semplice curiosità e può dirci molto sul periodo in cui si sono formate le prime galassie. Tra l’altro perché, sebbene GLASS-z13 sia la galassia più antica osservata, non è l’unica delle sue caratteristiche. La galassia è accompagnata da un’altra galassia, GLASS-z11, che ha un’età leggermente inferiore, 13,4 miliardi di anni.

Queste “età” si riferiscono al fatto che le galassie esistevano in quel momento, anche se non possiamo sapere quanto fossero vecchie quando hanno emesso i fasci di luce che hanno raggiunto gli strumenti Webb.

In attesa di conferma

Sebbene sia in attesa di conferma e lo studio non sia ancora stato sottoposto a revisione paritaria, ha suscitato un enorme interesse nella comunità scientifica. La scoperta è stata fatta grazie ai dati pubblicati dal James Webb Telescope, grazie a NIRcam, lo strumento incaricato di ottenere le immagini all’infrarosso.

Il prossimo passo per Naidu e il suo team è la revisione paritaria del documento e la pubblicazione su una rivista. Nel frattempo, si raccolgono altri dati. In particolare, attraverso l’analisi spettroscopica, che ci permetterà di sapere con maggiore precisione quanto è lontano.

Davide Gallo

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