Secondo diversi telegiornali statunitensi, la diffusione di fake news sui social media sta diventando un fenomeno sempre più comune.
Attraverso diversi video è possibile vedere come tutti siano dello stesso parere. A CBS4 News ad esempio si definiscono “estremamente orgogliosi del giornalismo equilibrato e di qualità che producono” rispetto alla disinformazione che producono altri.
Per quanto riguarda le fake news che spopolano sui social media dicono: “Questo è estremamente pericoloso per la nostra democrazia”. Ancora più allarmante, secondo loro, è che spesso i media pubblicano le stesse notizie false senza prima verificarne i fatti.
Non solo i social media possono essere un rischio di disinformazione. Ora vediamo insieme l’indagine di NewsGuard.
La disinformazione elettorale
Secondo una notizia di gennaio dell’AGI, un’elevata percentuale dei siti di fake news elettorali negli USA è ancora attivo. L’indagine di NewsGuard rivela che dei 113 siti già segnalati per aver pubblicato disinformazione dopo le presidenziali nel 2020 e che risultano ancora attivi, l’81% ha continuato a pubblicare notizie false.
L’agenzia aveva individuato 159 siti che tra il giorno delle elezioni (2 novembre 2020) e quello dell’inaugurazione del nuovo presidente (20 gennaio 2021), avevano diffuso fake news sulle elezioni.
L’analisi ha dimostrato che la maggioranza dei siti che hanno diffuso disinformazione sulle elezioni un anno fa, hanno continuato a promuovere la teoria che le elezioni non siano state legittime, minimizzando l’assalto al Campidoglio e difendendone gli artefici o accusando altre persone.
NewsGuard ha anche rivelato che 892 grandi marchi hanno finanziato quei siti in quel periodo attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari digitali, uno strumento di advertising intelligence.
L’indagine aveva calcolato a inizio 2021 che le aziende hanno versato 2,6 miliardi di dollari ogni anno direttamente nelle casse dei siti di fake news attraverso la pubblicità programmatica.
Tra questi siti risultano esserci non solo quelli americani ma anche quelli europei. Il problema, dunque, risulta essere un fenomeno globale.
I tg americani, molto probabilmente, rivelano le loro preoccupazioni anche in vista delle prossime elezioni.