In tanti avevano già previsto l’innalzamento dei prezzi negli scambi commerciali tra il Regno Unito e l’Unione Europea a seguito della Brexit, ma il panorama che ci si presenta appare più grave di quanto si potesse immaginare.
Lo conferma uno studio della London School of Economics (Lse) che sottolinea come i costi delle tasse alimentari abbiano raggiunto quasi i 6 miliardi di sterline nei soli 3 anni post Brexit, dunque fino al 2022.
In media infatti ogni famiglia risedente in territorio inglese ha assistito ad un surplus di circa 210 sterline mensili per la sola spesa alimentare.
I dati del rapporto NTBs
Il rapporto Non-tariff and consumer prices: evidence from Brexit condotto nel Dicembre 2022 dal Centre for Economic Performance ha permesso la diffusione dei numeri inerenti all’aumento dei prezzi verificatosi nel Regno Unito a seguito della sua uscita dall’Unione Europea.
Con la perdita di ogni diritto alle agevolazioni economiche riguardanti il mercato alimentare, l’incremento complessivo registrato dal paese è stato di circa l’1,1% che grava sul costo della vita delle famiglie più povere.
«Uscendo dall’Ue, il Regno Unito ha scambiato una relazione commerciale profonda con pochi ostacoli al commercio con una in cui è necessaria un’ampia gamma di controlli, moduli e passaggi prima che le merci possano attraversare il confine. Le imprese hanno dovuto affrontare costi più elevati, che hanno scaricato in gran parte sui consumatori» è quanto dichiarato dal coatore dello studio Richard Davies, professore all’Università di Bristol.
L’adesione allo spazio economico europeo infatti – European Economic Area (Eea) – riservato ai soli paesi membri della comunità europea (in aggiunta all’ slanda, Liechtenstein e Norvegia) assicura le cosiddette ‘quattro libertà’, ovvero le libere circolazioni di persone, beni, servizi e capitali.
Dopo i cinque anni passati dal referendum sulla Brexit (due da quando la nazione ha abbandonato la comunità), il Regno Unito non può più godere del mercato unico e dunque dei benefici finanziari ad esso connessi, ovvero l’assenza di tariffe o barriere sulle importazioni ed esportazioni tra gli stati membri.
Lo studio afferma che la Brexit è costata ai britannici 5,8 miliardi di sterline – circa 6,8 miliardi di euro – “[contribuendo] ad alzare il costo del cibo nel Regno Unito del 3% l’anno, per un totale del 6% nel 2022”. L’inflazione del paese ha infatti toccato nel mese di novembre il picco di 12,4% .
Gli ‘effetti collaterali’ dell’abbandono della comunità europea sono quindi andati a danneggiare principalmente le famiglie meno benestanti, apportando un aumento dei costi insopportabile che ha inaugurato una ‘guerra fra poveri’. Guerra che si è presentata in varie forme: dagli scaffali vuoti nei supermercati dove il cibo è stato dovuto razionare, ai prezzi inaccessibili dei prodotti di prima necessita, alla richiesta dello stesso governo di acquistare solo un tot di confezioni di alcuni alimenti.
Insomma, uno scenario catastrofico.
E intanto nelle strade del territorio inglese si assistono a cartelli diretti alle decisioni discutibili della dirigenza politica, come il ‘Lasciateli mangiare sovranismo’ apparso nel quotidiano The New European.