La cannabis light verrà abolita? Ecco perché Fratelli d’Italia vorrebbe proibire anche il CBD

Mentre in Francia viene legalizzata la vendita di cannabis light, in Italia Fratelli d’Italia spinge per la sua abolizione.

Sin da quando è salita al governo, Giorgia Meloni ha fatto parlare di sé per alcune proposte introdotte in Senato e che hanno generato numerose discussioni. L’ultima di queste riguarda la cannabis light, che il partito della Meloni cerca di eliminare dal commercio.

Il partito vorrebbe abolire del tutto la vendita di cannabis light per uso ricreativo perché “grazie a questo nuovo business molte persone si avvicinano alla marijuana”.

La proposta è firmata da una dozzina di parlamentari tra cui Antonio Iannone, la vice-capogruppo Antonella Zedda e la senatrice Domenica Spinelli.

Il partito ritiene che la cannabis light avvicini i giovani al mondo della droga e viene paragonata la vendita di canapa, che ad oggi in Italia è legale, al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

I dubbi sulla proposta

Sono molte le persone contrarie alla proposta del partito che ci tengono a rispondere facendo valere le loro ragioni.

Innanzitutto facciamo chiarezza su cos’è quella che viene chiamata cannabis light. Si tratta di cannabis con un valore di THC inferiore allo 0,2%. Il THC è il principale composto psicoattivo della cannabis che conferisce quindi gli effetti caratteristici della sostanza, la cannabis normale può contenerne fino al 30%.

La cannabis light viene anche detta CBD, proprio per l’elevata quantità di CBD che contiene. Questa sostanza a differenza del THC non ha alcun effetto psicotropo, può essere fumata, vaporizzata o consumata per via orale e dopo il consumo si può condurre qualsiasi attività, da guidare a lavorare, senza correre rischi.

Passiamo quindi alla motivazione della proposta: la cannabis light secondo Fratelli d’Italia può essere comparata a un traffico illecito di sostanze stupefacenti. Ma siamo sicuri che i consumatori di cannabis light siano gli stessi che consumano sostanze stupefacenti illegali?

Dovremmo forse distinguere due gruppi di consumatori: da una parte chi fa uso di cannabis light e dall’altro chi ricorre all’uso di droghe.

Chi compra cannabis light lo fa sicuramente per le sue proprietà rilassanti e per godere dei benefici della cannabis senza sballarsi. Dall’altra parte l’obiettivo è totalmente opposto, si parla di due tipologie di consumatori differenti che hanno necessità opposte.

Chi si avvicina alla cannabis light lo fa per evitare gli effetti psicotropi della cannabis ad alto contenuto di THC, se l’obiettivo fosse quello di sballarsi le vie percorribili sarebbero molteplici e anche abbastanza semplici, e nessuna di queste prevederebbe il consumo di CBD.

Inoltre, nella proposta di Fratelli d’Italia non si considera l’enorme danno che verrebbe arrecato ai numerosissimi commercianti che hanno investito in questo mercato e che rimarrebbero senza lavoro. Secondo una stima dell’anno scorso, nel 2022 erano 3.000 le aziende attive nel settore della cannabis light, con oltre 12.000 lavoratori che si ritroverebbero disoccupati se questo business scomparisse.

Per non parlare poi degli effetti che potrebbe avere il proibizionismo, spesso infatti si verifica l’opposto di quello che i governi vorrebbero e invece di limitare il consumo di droga si finisce per alimentarlo e non riuscire a gestirlo.

Ad oggi l’Italia è uno dei pochi paesi d’Europa ad avere misure così restrittive per il consumo ricreativo di cannabis. Molti paesi europei si stanno invece muovendo verso un approccio anti-proibizionista che vede il consumo di cannabis tollerato, tra i tanti Olanda, Spagna, Repubblica Ceca, Germania e Portogallo.