gtatttttta Sono molti i paesi che ad oggi vivono una vera e propria crisi idrica, Italia compresa.
Tale crisi è sinonimo di evidenti cambiamenti climatici, che causano poche piogge, poca neve e temperature elevatissime.
Le aree più colpite in Italia sono le regioni del Nord, dove il lago Maggiore è riempito solo al 20%, ma anche la regione Lazio. Oggi la portata dei suoi laghi vulcanici, lago Albano e di Nemi, è ridotta di oltre il 75%.
Sono necessarie soluzioni immediate per garantire l’approvvigionamento di acqua alla popolazione italiana così come a tutti i cittadini dell’Unione Europea.
Uno dei paesi più innovativi in questo ambito è sicuramente Israele.
Nonostante il territorio del paese sia per il 60% desertico, gli israeliani hanno da sempre investito risorse e sforzi nella ricerca per rendere verde il paese e garantire alla popolazione acqua potabile e a sufficienza.
Per far fronte alla crisi il premier israeliano Benjamin Netanyahu punta a mettere a disposizione dell’Europa le tecnologie che vengono usate in Israele negli impianti di desalinizzazione dell’acqua del mare.
Ad oggi il 75% dell’acqua nelle case degli israeliani viene dal Mediterraneo e il 90% delle acque reflue viene riutilizzato.
Fondamentale in Israele è inoltre l’educazione che gli abitanti hanno verso lo spreco dell’acqua. Il ministro per gli Affari economici e scientifici dell’ambasciata israeliana in Italia dichiara che in Israele hanno una lunga tradizione di risparmio dell’acqua. L’importanza dell’acqua è un concetto profondamente radicato nella cultura del paese e sin da piccoli si viene educati a ridurne gli sprechi.
Il sistema idrico di Israele
Il successo idrico di Israele trova fondamento in un sistema efficiente, resiliente e in continua evoluzione. Il National Water Carrier of Israel è alla base del sistema e consiste in una vasta rete di tubi costruita tra il 1959 e il 1964. Questo sistema trasporta l’acqua dolce del Kinneret, il Mare di Galilea, a tutto il paese.
Anche il sistema di irrigazione a goccia dà un grande contributo. Si tratta di un’idea che nasce negli anni ’30 grazie all’ingegnere idrico Simcha Blass e suo figlio Yeshayahu. Il sistema permette di ridurre lo spreco di acqua dal 55% a solo il 5% ed è stato reso possibile in seguito alla costruzione del Netafim Irrigation Company, leader globale del settore.
Ulteriore punto forte del paese è il riciclaggio delle acque reflue. Già dal 1985 gli esperi hanno studiato e sperimentato tecnologie per consentire agli agricoltori di irrigare i raccolti con acque reflue trattate. Il trattamento consiste in processi biologici che mirano a raggiungere standard di qualità quasi potabile. Oggi la metà delle coltivazioni in Israele viene annaffiata con acqua riciclata e l’obiettivo del paese è quello di raggiungere il 95% di acque reflue riciclate nel settore agricolo entro il 2025.
Infine, l’elemento fondamentale per il sistema idrico di Israele è la desalinizzazione dell’acqua di mare, che fornisce il 75% dell’acqua presente nelle case degli abitanti del paese.
Nel 1964 Alezander Zarchin brevetta il processo per separare il sale dall’acqua marina e ad oggi sono quasi 20 anni che il sistema viene utilizzato in Israele. Gli impianti di desalinizzazione si sono evoluti sempre di più: con pompe aspiratrici sempre più potenti e vasche e cilindri in grado di filtrare e purificare l’acqua marina sempre più numerosi.
Israele rappresenta ormai un leader in questo ambito ed è pronto a fornire le proprie conoscenze e tecnologie ai paesi dell’Europa per far fronte alla crisi idrica in cui si trovano moltissimi paesi.