Oggi con più di 10 mila ricerche la parola più cercata su Google in Italia è “prezzo pellet”.
Su Google Trends il termine si colloca al primo posto per numero di ricerche, immediatamente sotto troviamo Alessandro Borghi al secondo posto e Gwyneth Paltrow al terzo.
Il motivo? Sembrerebbe che il prezzo del pellet stia scendendo.
Oggi il prezzo del pellet è in calo in Italia dopo la riduzione dell’IVA sulle compravendite dal 22% al 10%.
Matteo Favero, responsabile Area Biocombustibili e Certificazioni di qualità di AIEL, ha spiegato che l’abbassamento dell’aliquota IVA ha impattato in modo positivo sulle dinamiche di prezzo e di conseguenza sul consumo di pellet fin da gennaio 2023.
Insieme all’abbassamento dei prezzi per quanto riguarda il pellet disponibile sul mercato italiano, un ulteriore vantaggio che si riscontra ad oggi è la rapidità nelle spedizioni. I tempi di consegna per chi compra pellet ad oggi si sono ridotti e forse sono molti gli italiano che stanno pensando a un futuro investimento.
Secondo delle previsioni nel 2023 non ci saranno aumenti significativi nel prezzo del pellet, che rimarrà stabile nei prossimi mesi per poi aumentare leggermente in vista della stagione invernale.
Difficile però raggiungere i picchi del 2022. Ad ottobre 2022 un sacco da 15kg era arrivato a costare 12 euro, mentre a gennaio 2023 era sceso a 9 euro. Nelle ultime settimane il prezzo del pellet ha registrato un ulteriore calo grazie alla riduzione dell’IVA.
Il Bonus Pellet 2023
La riduzione del prezzo del pellet è dovuta al Bonus Pellet 2023 introdotto dalla legge di bilancio. Il Bonus Pellet 2023 riguarda la riduzione dell’aliquota IVA dal 22% al 10% sull’acquisto dei sacchetti di pellet. Tale riduzione interessa i sacchetti di qualsiasi dimensione, da quelli più grandi a quelli più piccoli. Non è necessario presentare nessuna domanda per usufruire del bonus visto che la riduzione si applica a tutti i cittadini e non fa riferimento alle distinzioni di reddito.
Il principale obiettivo del bonus è quello di incentivare la vendita e l’utilizzo di fonti di energia più sostenibili, le cosiddette fonti di energia pulita. Il pellet è infatti un combustibile rinnovabile e meno inquinante rispetto ai combustibili fossili.
L’abbassamento del pellet è dovuto da una grande disponibilità sul mercato, disponibilità ben maggiore della domanda. L’aspettativa è che il costo pellet ritorni al prezzo del 2021, quando un sacchetto da 15kg aveva il costo che si aggirava intorno ai 3-5 euro.
Nel 2022 il pellet aveva raggiunto prezzi esorbitanti, che hanno incrementato la vendita di biomasse alternative, le quali avevano inoltre un’IVA più favorevole. L’IVA del pellet in quel momento era al 22%, mentre invece quella delle biomasse alternative al pellet era del 10%. Molti consumatori hanno quindi modificato le loro stufe e caldaie per poter utilizzare nocciolino di sansa, gusci di mandorle, gusci di pistacchio e gusci di nocciola.
Il forte calo del prezzo del pellet, la disponibilità del prodotto e il taglio dell’IVA porteranno sicuramente a una crescita nelle vendite del pellet e un ridimensionamento di quelle delle biomasse alternative. Al momento infatti quest’ultime farebbero fatica a seguire la diminuzione dei prezzi del pellet, risultando quindi meno competitive rispetto all’anno scorso.