Progetto Tiger è il nome dell’impegno intrapreso dal governo indiano in nome della salvaguardia delle tigri esattamente 50 anni fa.
In occasione del 50esimo anniversario – fissato al 9 aprile – il primo ministro Narendra Modi e il suo esecutivo hanno deciso di organizzare un evento di tre giorni a Mysuru nello stato meridionale del Karnataka.
Saranno in questa ricorrenza anche pubblicati i risultati del censimento delle tigri e verrà in loro onore coniata una moneta commemorativa.
“Crediamo nella gestione scientifica delle riserve per le tigri e miriamo ad avere una popolazione di esse corrispondente alla ‘capacità di carico’ dell’habitat”, è stato dichiarato ai media nazionali. “Il ministero sta portando tutti i potenziali habitat delle tigri sotto la protezione del NTCA (National Tiger Conservation Authority) in modo che la popolazione dell’animale possa essere mantenuta attraverso una base sostenibile.”
Ma l’India non è l’unico paese nel quale è stato perpetrato questo impegno nei confronti della tutela dei felini. Anche Bangladesh, Bhutan, Cina, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam infatti hanno raddoppiato il numero dei loro esemplari nell’anno 2022 (l’India invece li ha preceduti di 4 anni).
Perché la necessità di un progetto di tutela del felino?
Innanzitutto occorre dire che la tigre è un felino in via d’estinzione: a causa del bracconaggio indiscriminato che in numerosi paesi viene consentito contro l’animale, il numero di esemplari è via via diminuito nel corso del tempo.
Per fronteggiare questo preoccupante fenomeno allora il Governo Indiano – in omaggio al fermo impegno per la conservazione della fauna selvatica intrapreso per la prima volta dall’ex primo ministra Indira Gandhi – ha deciso, esattamente 50 anni fa, di proporre un piano di grande impatto che si ponesse come obiettivo il raddoppiamento del numero di felini entro il 2022.
Nel suo report annuale Status of Tiger in India (ad opera della National Tiger Conservation Authority) il WWF sostiene che “la possibilità stessa di un futuro per le tigri dipenda dalla capacità dei governi di mantenere integro e vitale l’habitat a disposizione delle tigri per l’alimentazione e la riproduzione”. A tal proposito l’India si è impegnata a migliorare la sua situazione fino al giorno d’oggi, nel quale i risultati dichiarano che il paese è riuscito a raggiungere l’obiettivo prefissatosi.
Come dichiarato in un post su Twitter dal segretario generale dell’opposizione nel Congresso Jairam Ramesh: “esattamente 50 anni fa oggi a Corbett c’erano 9 riserve di tigre(…). Oggi, ce ne sono 53. Per lei [Indira Gandhi] proteggere le tigri equivaleva a proteggere le foreste. Le riserve di tigre rappresentano oggi 1/3 di ricche aree forestali”.