Giannis Antetokounmpo è un cestista greco di origini nigeriane, che gioca in NBA per i Milwaukee Bucks. Sicuramente uno dei giocatori più decisivi della lega, ha vinto il l’anello NBA con la sua squadra nel 2021. Il tutto venendo nominato miglior giocatore delle finali (MVP: most valuable player). Inoltre è stato eletto MVP delle regular season 2018/19 e 2019/20. Soprannominato “The Greek Freak“, anche a causa dell’impressionante fisico, è una dele migliori ali della storia e il miglior marcatore dei Bucks di tutti i tempi. Recentemente è al centro dell’attenzione per l’eliminazione della sua squadra durante i playoff della stagione attuale. Ripercorriamo il perché della eliminazione dei Bucks e come mai le aspettative su questa squadra, e in particolare su Giannis, fossero così alte.
La delusione sicuramente c’è, perché Milwaukee, considerata una delle pretendenti al titolo, e non solo per la presenza del greco, si è fermata al primo turno dei playoff. La squadra della città del Wisconsin e i suoi tifosi hanno infatti da recriminare anche per il modo in cui è avvenuta l’inaspettata eliminazione. Milwaukee è stata sconfitta per 4-1 (le serie playoff dell’NBA si giocano al meglio delle 7 partite, bisogna pertanto vincerne 4 per avanzare al round successivo) da Miami. Quest’ultima non è certo una squadra debole ma sicuramente neanche una “contender” come era considerata lei. Decisive nell’indirizzare il risultato le assenze di Giannis in buona parte di gara 1, e tutte gara 2 e 3. Oltre alle assenze e ai limiti dei Bucks, ci ha pure pensato una superprestazione di Miami Heat, trascinata dalla propria stella Jimmy Butler. Il prodotto di Marquette, infatti, sta giocando i migliori playoff in carriera (più di 37 punti di media nella serie). Ha letteralmente trascinato i compagni oltre l’ostacolo, nonostante la marcatura di quello che è considerato il miglior difensore di tutta la lega: Jrue Holiday. Degne di nota le prestazioni di tutti i giocatori di Miami, trascinati dall’ormai storico coach della franchigia Erik Spoelstra. I Bucks non sono riusciti nel loro solito compito di squadra di limitare l’attacco avversario, per poi sopraffarlo con il proprio gioco di squadra, le bombe dei propri numerosi tiratori o le giocate offensive dei più talentuosi (oltre Giannis sicuramente Middleton, Holiday stesso e Brook Lopez).
Giannis si è mostrato molto deluso in conferenza stampa, la testa abbassata quasi a voler evitare gli sguardi inquisitori. Ha dichiarato che nello sport si vince e si perde, non esistono fallimenti. Alla domanda dei giornalisti se la sua squadra avesse preso abbastanza accorgimenti per limitare Jimmy Butler ha risposto in maniera negativa, palesemente sconsolato. Milwaukee è semplicemente apparsa meno cattiva di Miami, probabilmente è in parte ancora appagata dopo il titolo di due anni fa. Gli Heat sono invece una squadra giovane e in rampa di lancio, per quanto non considerata una delle favorite (si è qualificata con l’ultimo posto disponibile per i playoff) se continuerà a giocare con questa intensità e con un Butler del genere, potrà mettere in difficoltà chiunque. Si sono aperti online molti dibattiti su Giannis. In situazioni di questo tipo molti online dibattono a proposito della “legacy” dei giocatori, quando subiscono sconfitte inaspettate del genere e dimostrano probabilmente meno forza di quanto eravamo abituati a pensare. Questa abitudine, che spopola su Twitter, e che ha portato Giannis in tendenze in molti paesi, è in questo caso molto poco utile. The Greek Freak è infatti ancora tutto sommato giovane, deve ancora compiere 30 anni: le valutazioni sul suo percorso complessivo nella lega e sulla sua eredità saranno da affrontare tra qualche anno, quando avremo una comprensione migliore non solo dell’Antetokounmpo giocatore, ma anche del sistema Bucks.
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