Uno scontrino da record ha rovinato una giornata tra le bellezze del lago di Como, dove tagliare a metà un toast costa ben due euro in più. Stessa sorte (e stessa cifra) per una mamma in visita a Finale Ligure, dove si paga persino un piatto vuoto chiesto per condividere le trofie con la figlia. Ora però a far tremare i ristoratori ci sono le recensioni negative. La notizia del bar Comasco e quella dell’osteria Ligure infatti, sono ben presto divenute virali sul web, con tanto di scontrino a conferma dell’accaduto, e così i giudizi negativi sono esplosi nell’arco di poche ore.
Una pioggia di recensioni negative nelle ultime 12 ore su Google Maps, hanno fatto precipitare la valutazione del locale a 3 stelle su 5, nell’osteria di Finale Ligure finita al centro delle polemiche social a causa di uno scontrino, postato da Selvaggia Lucarelli, nel quale compariva un addebito di 2 euro per aver fornito il famoso “piattino condivisione”.
Cos’è il review bombing
Impazza dunque il fenomeno del review bombing, il nuovo terrore per i ristoratori. Il review bombing è il fenomeno per cui in poco tempo si colleziona una raffica di recensioni negative (spesso a una stella), che arrivano per punire scelte e/o comportamenti poco graditi da parte del pubblico. E, sebbene molte volte le recensioni siano motivate, a volte capita addirittura che utenti ne scrivano di negative senza aver mai messo piede nel locale in questione. Spesso, nel caso di locali con cifre record, il consumatore potrebbe a ragione lamentarsi della gestione. E lo stesso vale per i clienti “vittime” di particolari disservizi o della scortesia del personale. Le recensioni online però possono essere un’arma a doppio taglio. Quando sono oneste rappresentano uno strumento utile sia per i consumatori/clienti che per il prodotto/negozio/locale, perché permettono di farsi un’idea precisa di punti di forza e limiti e fare delle scelte più consapevoli. Le recensioni possono però trasformarsi anche in una forma di protesta o in un tentativo di affossare un’opera o una realtà.
Come abbiamo detto infatti, accade spesso di confrontarsi con recensioni per nulla obiettive, le quali non danno un effettivo consiglio agli altri potenziali clienti. Al contrario, possono influenzare erroneamente una scelta e arrecare seri danni al locale, al gestore e a tutti i dipendenti. Basti pensare, ad esempio il caso di Pino Rosa, proprietario della pizzeria Almiro, vicino Bologna. Tra i primi ad aver inserito nel menù la farina di grillo, il ristoratore ben presto si è visto arrivare recensioni negative da parte di utenti che non sono mai entrati nel suo locale.
Il boom durante la pandemia
Il review bombing non è un fenomeno recente. Certo, negli ultimi tempi gli scontrini da record diventati virali in rete hanno contribuito a farlo esplodere. Tuttavia, il review bombing ha registrato un’impennata nel 2020, in piena pandemia. Succedeva, infatti, che diversi gruppi di no vax si scagliassero contro i ristoranti in cui era consentita la prenotazione solo se in possesso del greenpass. Il problema non ha riguardato solo l’Italia, ed è stato necessario addirittura un intervento diretto di Google, che ha cancellato più di 60mila recensioni.