Michele Santoro, noto giornalista e conduttore televisivo, dopo 20 anni dal suo ultimo intervento in politica, fonda un partito.

Ha infatti annunciato, nell’evento organizzato al teatro Ghione di Roma, insieme a Raniero La Valle, la nascita di “Assemblea!” una lista per le elezioni europee del 2024  incentrata sulla fine del sostegno militare alla battaglia difensiva dell’Ucraina contro l’invasione russa.

“Nasce un’iniziativa collettiva che non è una lista Santoro. L’obiettivo è quello di fare in modo che nella prossima campagna per le elezioni europee la guerra non sia un argomento secondario”, aveva dichiarato l’ex conduttore televisivo nei giorni precedenti l’incontro.

“Siamo convinti che se non entriamo in campo noi gli altri partiti, compresi quelli più sensibili al tema, non parleranno di quella che è la principale ragione di ciò che sta succedendo in Europa, cioè la guerra“.

Nel suo intervento non ha poi nascosto le sue critiche tanto al Pd quando a M5s.

Schlein è prigioniera in un partito che non la pensa come lei; non so se controlla il partito o è il partito a controllare lei. Non ho visto aprire un dibattito sulla guerra in Ucraina ma temo che il tema sia imbarazzante per lei. Anche i 5 stelle se non pungolati non parleranno dell’argomento, come considerano imbarazzante il tema migranti, non si capisce cosa chiedono e cosa dicono”.

Sul Movimento 5 Stelle, il giornalista ha affermato che il partito di Giuseppe Conte si dice contro la guerra, ma secondo lui la pace non sarà mai la protagonista della sua campagna elettorale. a meno che non venga condizionato da terzi.

La carriera politica e le nuove idee presentate al teatro romano

Michele Santoro è nato e cresciuto a Salerno e ha poi studiato filosofia all’Università di Salerno laureandosi con Biagio De Giovanni, come relatore di tesi.

Entra in politica negli anni ’90 quando divenne membro della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, poi della commissione per la cultura e l’istruzione e infine della delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Croazia, al Parlamento europeo. Si dimette nel 2005. 

Ma, dopo quasi 20 anni, le sue idee sono cambiate e le ha rese pubbliche pochi giorni fa al teatro Ghione.

L’obiettivo è uno: far uscire l’Italia dalla guerra.

“Uscire dalla guerra è una parola d’ordine politica, che parla anche al Pd e al M5s, ponendo il tema di una possibile maggioranza politica per l’uscita non dalla Nato ma dalla guerra. Cosa possono fare il Pd, Sinistra italiana, il M5s? Non parleranno della guerra, sono imbarazzati”, ha affermato Santoro, coerentemente a quanto aveva affermato nelle interviste di alcuni giorni fa.

Su questa linea si sono detti d’accordo anche Luigi De Magistris e Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista.

Numerose le critiche che gli sono state mosse, soprattutto quella di star creando una frammentazione a sinistra.

Ma egli risponde: “Siamo in piena crisi della democrazia, la maggioranza degli aventi diritto non va a votare, siamo già frammentati, non è un frammento ma un disastro. Se si aggiunge un soggetto non perché c’è un pazzo ma perché ci sono buone ragioni per farlo, se siamo in grado di suscitare nel paese un movimento partecipativo, allora ci misureremo, andremo a prenderci quel che ci è stato tolto”.

Giunto al termine dell’incontro, conclude l’intervento manifestando la volontà di una possibile alleanza: “Si apre una competizione virtuosa, e anche amichevole, perché noi non vogliamo essere ostili né con Conte, né con Schlein e tantomeno con Fratoianni, che anzi ci auguriamo venga con noi”.