Il Monte Bianco è la montagna più alta delle Alpi di Italia, di Francia e anche d’Europa, per questo si spiegano i soprannomi di tetto d’Europa e di Re delle Alpi, condividendo assieme al monte Elbrus nel Caucaso un posto tra le cosiddette Sette Vette del Pianeta.

Ma il tetto d’Europa ora misura due metri in meno rispetto al 2021 e precisamente misura 4.805,59 metri, 2,22 metri in meno rispetto a due anni fa.

Un team di esperti è salito sul Monte Bianco al fine di effettuare, come accade da due anni a questa parte, alcune operazioni di misurazione del monte, avvalendosi dei più moderni strumenti. Di anno in anno infatti le tecniche si sono aggiornate e ora il team ha introdotto una novità: l’uso di un drone per acquisire dati ancora più accurati.

Quest’anno, inoltre, un volto noto si è unito alla spedizione: l’ex stella del biathlon, Martin Fourcade, che, come se lo guardasse per la prima volta, ha descritto il Monte Bianco come “una fonte inesauribile di fascino“.

Da cosa origina tale fenomeno? Due punti di vista differenti

Secondo alcuni esperti non c’è da allarmarsi, perché la cima del Monte Bianco ha sempre subito cambiamenti in altezza a causa dei diversi volumi delle piogge estive, tanto che il Monte Bianco tra due anni potrebbe essere più alto.

La sommità “rocciosa” della montagna si eleva a 4.792 metri, ma è lo strato di “neve esterna” che la copre, agendo come un imponente accumulo di neve, a variare in base ai venti in quota e alla quantità di precipitazioni.

Inoltre, l’altezza della vetta più alta varia a seconda della stagione, poiché il Monte Bianco è una sorta di “complesso di dune” dove il vento, che è più forte in inverno, livella la neve più intensamente che in estate. Di conseguenza, la cima risulta più elevata alla fine della stagione estiva rispetto alla primavera, come sottolineato dagli esperti.

Invita quindi a mantenere la calma il presidente della camera dei geometri dell’Alta Savoia, Jean des Garets, che ha dichiarato: “Dopo queste campagne di misurazione abbiamo già imparato molto: sappiamo che la vetta è in perpetuo movimento sia in altitudine, con variazioni di quasi cinque metri, sia in posizione. Ma questi dati non dimostrano che l’abbassamento sia una conseguenza del riscaldamento climatico. Servirebbero almeno 50 anni di misurazioni per riuscire a trarre conclusioni convincenti sull’impatto del riscaldamento globale sulle vette”.

“Accumuliamo i dati per le future generazioni, non siamo qui per interpretarli, lasciamo questo compito agli scienziati”, ha aggiunto Garets, chiedendo di “non usare i rilievi per dire sciocchezze”.

Ma non tutti sono della stessa opinione.

Tra questi c’è l’ingegnere Maria Chiara Cavuto, autrice per la rivista Energy che dichiara: “Non si piò escludere che il rimpicciolimento del Tetto d’Europa sia dovuto ai cambiamenti climatici. È vero che la variabilità tra i 4.806 metri e i 4.811 metri è sempre esistita, ma è l’accelerato scioglimento dei ghiacciai europei il vero colpevole di questa diminuzione, rappresentando una testimonianza tangibile del nostro impatto sul pianeta“.

“Come sappiamo questo scioglimento è il risultato delle temperature globali in aumento, che hanno reso gli inverni più miti e le estati più calde. L’ecosistema del Monte Bianco è un vero e proprio tesoro di biodiversità, che rischia di scomparire a causa di tale processo, minacciando la stessa esistenza di fiori alpini rari e muschi unici. Questi cambiamenti non influenzano solo la vita animale, ma alterano infatti anche il paesaggio alpino, trasformando la vista familiare del Monte Bianco in qualcosa di diverso”, ha affermato la giovane ricercatrice.