Le femmine di rane europee comuni (Rana temporaria) fingono di essere morte per evitare l’accoppiamento con i maschi.
Questo quanto scoperto casualmente da alcuni studiosi, mentre stavano osservando le rane per approfondire alcuni specifici comportamenti.
Tuttavia, prima di addentrarci nei dettagli della scoperta, è necessario focalizzarsi meglio sulla vita di tale specie.
L’habitat naturale della rana temporaria è l’Europa centrale e settentrionale, vive principalmente in ambienti umidi come prati alpini, boschi e cespugli.
Nelle regioni settentrionali, si trova principalmente nelle pianure e nelle basse colline. Man mano che ci si sposta verso sud, diventa più comune nelle zone collinari e montane, estendendosi fino a una quota di circa 3000 metri sui Pirenei e sulle Alpi. In Italia, si trova regolarmente lungo l’intera catena alpina e sull’Appennino Ligure, ma la sua presenza è meno omogenea nell’area Tosco-Emiliana.
Gli esemplari adulti possono raggiungere una lunghezza di 10 centimetri, anche se solitamente sono più piccoli. Il corpo è robusto e la colorazione varia dal verde oliva al marrone rossastro sulla schiena, mentre sul ventre diventa bianca, gialla o arancione.
La rana temporaria conduce principalmente un’attività notturna sulla terraferma e si avvicina all’acqua, come laghi, ruscelli e stagni, solo durante il periodo riproduttivo e per l’ibernazione. Nel mese di marzo, i maschi si radunano in gruppi numerosi ed emettono suoni specificamente per attrarre le femmine. Durante il picco stagionale e quando i maschi sono fortemente stimolati, non è insolito vedere più individui che si accalcano su oggetti inanimati come le lattine.
Le tre tecniche adottate per sfuggire all’accoppiamento
Proprio per sfuggire a tale frenesia ormonale, le femmine adottano un comportamento preciso: “l’immobilità tonica“, nome scientifico della finzione di morte.
Le rane cercano così di difendersi dai maschi che possono arrivare anche in sei a montare un’unica femmina creando la cosiddetta “palla di accoppiamento“, una situazione che può rivelarsi fatale perché spesso le femmine muoiono soffocate nel groviglio.
È dunque emerso che tali esemplari non sopportano l’accoppiamento in modo passivo, ma anzi cercano di sfuggirvi adottando diverse tattiche.
La rivista Royal Society Open Science a tal proposito afferma: “Qui descriviamo i comportamenti di evitamento del compagno femminile nella rana comune europea. Abbiamo osservato tre comportamenti di evitamento femminile, vale a dire ‘rotazione’, ‘rilascio’ e immobilità tonica (finzione di morte)”.
Non solo quindi l’immobilità tonica, alcune provano anche la tecnica della “rotazione del corpo”, altre ancora emettono dei richiami particolari.
Tutto ciò è emerso grazie a un esperimento che consisteva nel raccogliere le rane dagli stagni e metterle nelle vasche insieme agli esemplari maschi, in particolare in ogni vasca venivano messe due femmine e un maschio.
Alzando il coperchio si è visto che, delle 50 rane, l’83% delle femmine afferrate da un maschio ha cercato di ruotare il proprio corpo. Il 48% delle femmine afferrate emetteva richiami di liberazione come grugniti e squittii.
Tuttavia, nonostante le tecniche adottate, solo il 46% delle rane è stato in grado di sfuggire ad avances indesiderate, tra queste le femmine più piccole sono risultate la maggioranza, indice del fatto che, adottando spesso tutte e tre le tecniche insieme, hanno molta più possibilità di sopravvivenza.