Siamo in guerra? Ecco chi sarà chiamato alle armi secondo la nuova proposta di legge

Nell’arco di queste ultime settimane, la chiamata degli italiani alle armi era tornato a diventare un tema particolarmente caldo: la base per questa iniziativa era già stata suggerita durante il governo Draghi, attraverso una legge delega. Il governo Meloni potrebbe intervenire direttamente con un decreto del ministro Guido Crosetto, che ha rivelato l’intenzione di creare un corpo composto da fino a 10mila persone, ma la Lega ha anticipato i tempi, depositando la sua proposta di legge.

In Italia potrebbe, infatti, entrare in vigore una riserva militare da mobilitare celermente, qualora si verificasse una grave minaccia per la sicurezza del nostro Paese o in caso di stato d’emergenza. Il partito, con segretario Matteo Salvini, ha presentato oggi alla Camera dei Deputati la sua proposta di legge, firmata poi dal Presidente della Commissione Difesa, il leghista Nino Minardo. Quest’ultimo ha spiegato con una nota che, non solo nei principali Paesi del continente europeo, ma anche in altre potenze, come gli Stati Uniti e Israele, la riserva è un meccanismo già parecchio consolidato e, per un certo senso, è uno strumento militare prezioso e irrinunciabile.

Ha fatto intendere, quindi, che, attraverso quest’ultima proposta di legge, le istituzioni italiane si stanno attivando per soddisfare un’urgente necessità, avvertita dai più, di essere pronti per ogni evenienza e di dare rapida effettuazione a quanto è previsto dalla legge delega del 2022. Ma non solo. I piani alti tentano, inoltre, di rispondere in ugual misura anche al sentimento ormai comune ai cittadini italiani di mettersi a servizio del Paese e di contribuire a dare una mano agli altri, soprattutto nelle situazioni di emergenza come quelle che abbiamo vissuto durante la pandemia di Covid-19.

Cosa prevede la proposta di legge?

Nella Pdl, i riservisti verrebbero selezionati esclusivamente all’interno della fetta dei cittadini italiani che hanno già prestato servizio come Volontari in Ferma Triennale (VFT) o Volontari in Ferma Iniziale (VFI) e che attualmente sono in stato di congedo. Ciò consentirebbe di scegliere, completamente su base volontaria, personale che ha ottenuto la propria formazione e addestramento dalle Forze Armate, da affiancare allo stesso esercito italiano.

La riserva, come riportato nella suddetta proposta, potrebbe essere mobilitata dal Governo stesso sia in tempo di conflitto o di grave crisi suscettibili di minacciare la sicurezza dello Stato, sia per la protezioni dei confini nazionali, sia in caso di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei ministri.

Tuttavia, dovrebbe essere in seguito “tempestivamente approvata dalle Camere per autorizzarla o respingerla”, per “bilanciare la necessaria rapidità di mobilitazione con l’irrinunciabile centralità del Parlamento”. E i tempi sarebbero brevi davvero: la legge concederebbe al legislativo un massimo di 48 ore dal momento in cui il governo annuncia la mobilitazione.