Cosa sappiamo dei Fratelli di Dio e dell’agghiacciante omicidio di Altavilla Milicia, a Palermo?

“Mi chiamo Giovanni Barreca. Ho ucciso tutta la mia famiglia venite a prendermi”. Con queste inquietanti parole, il muratore 54enne di Altavilla Milicia, nei pressi di Palermo, ha chiamato in un momento di lucidità il 112, facendosi trovare dai carabinieri a Casteldaccia, a pochi chilometri di distanza dal luogo del delitto.

Gli inquirenti, che indagano sulla tragica vicenda, intanto, stanno suggerendo diverse piste, e tra le più credibili, per il momento, c’è quella della setta religiosa. Giovanni Barreca, il responsabile della morte di sua moglie di 14 anni più giovane, Antonella Salamone, e dei suoi due figli maschi, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5 anni, da tempo avrebbe iniziato a fissarsi con Dio e con alcune “presenze demoniache”.

Chi sono i complici di Giovanni Barreca?

Barreca ha agito come un assassino di un film horror, appoggiato da due “fratelli di fede”, una coppia, complice, secondo i pm, nella mattanza familiare, e accusata di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. I loro nomi sono Massimo Carandente, originario del Napoletano, e la compagna Sabrina Fina, palermitana doc, che si facevano chiamare “Fratelli di Dio”.

Nella vita di tutti i giorni, Carandente e Fina erano promoter e mental coach di bevande, tisane e pasticche per la cura del corpo, ma, in realtà, erano entrambi ossessionati da un culto che controllava in maniera totalizzante le loro vite. Sarebbero stati loro, infatti, a ispirare lo stesso Barreca, il quale avevano conosciuto durante un incontro di preghiera in una chiesa evangelica, da cui poi si sono tutti allontanati. Soprattutto Carandente avrebbe convinto il padre-killer del fatto che i figli maschi e la moglie erano posseduti dal Diavolo.

Al culmine del delirio, venerdì sera, Barreca ha afferrato una catena e ha strangolato i due figli, Kevin e Emanual, risparmiando la primogenita di 17enne. La settimana precedente, invece, aveva ammazzato la moglie Antonella, tagliandola a pezzi, bruciandone il corpo e seppellendolo nella campagna dietro casa. Una strage questa che è stata messa in atto, probabilmente, con la complicità dei “Fratelli di Dio”.

“Loro tre hanno fatto un esorcismo per scacciare il demonio”, afferma in stato confusionale la figlia di Barreca, ora inviata a una comunità protetta. Sul tragico scenario emerge, inoltre, un quarto individuo, ovvero Roberto Amatulli, ex parrucchiere barese che si autoproclamama “ministro di Cristo Gesù ripieno dello Spirito Santo” e che ha diffuso sul web numerosi video delle sue presunte guarigioni. Lo sciamano era diventato un punto di riferimento per Giovanni Barreca.

La testimonianza della vicina di casa e le parole del parroco di Altavilla Milicia

Una vicina di casa di origini straniere, Pascal Ballof, descrive ai cronisti la sua versione dei fatti: “I figli sembravano più piccoli della loro età e andavano a scuola senza libri. La ragazza era timidissima, mentre il figlio piccolo veniva spesso rimproverato. Giovanni Barreca picchiava la moglie. Non so se picchiava anche i figli.

“Antonella Salamone parlava di se. Io le dissi ‘Perché non lo denunci?’ ma lei non lo denunciò mai. Lui mi faceva paura, lo temevo . Era molto strano, parlava sempre del Diavolo. La figlia 17enne, sopravvissuta alla strage familiare e trovata in casa dagli inquirenti in stato confusionale, era la figlia preferita dal padre. Antonella era in crisi con il marito e voleva ritornare a Novara, dove vivevano prima. Ogni tanto si vedevano persone a casa e cantavano”, ha poi aggiunto Ballof.

Infine, su Facebook don Salvo Priola, parroco di Altavilla Milicia, scrive: “L’efferato omicidio di tre persone, mamma e due figli, della nostra Comunità, colpisce e coinvolge dolorosamente la nostra famiglia parrocchiale. Intensifichiamo la nostra preghiera perché il Dio di ogni misericordia accolga tra le sue braccia amorose le anime dei due bambini e della loro mamma” e “affidiamo alla materna intercessione di Maria la figlia superstite perché senta su di sé il suo sguardo compassionevole”. Infine “invochiamo lo Spirito di Dio sul padre omicida perché nella Sua luce comprenda la portata dell’irrimediabile male compiuto e si apra alla grazia del perdono di Dio nella redenzione del suo Figlio Gesù”.