La Grecia ha dato l’ok ai matrimoni omosessuali ma la Chiesa ortodossa non ci sta: arriva la scomunica

Nel febbraio 2024, è stato approvato in Grecia il progetto di legge che permette il matrimonio civile alle coppie omosessuali e il diritto all’adozione: 176 voti a favore e 76 contrari.

La Grecia è diventato il primo Paese cristiano ortodosso nel mondo ad approvare una legislazione che consenta il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Suddetta riforma è stata appoggiata dal Primo Ministro di centrodestra Kyriakos Mitsotakis. Di conseguenza, è stato esteso il riconoscimento del diritto all’adozione anche alle coppie gay, pur non riconoscendo loro di poter avere figli, tramite la maternità surrogata.

Qual è la volontà della Chiesa ortodossa greca?

Tuttavia, uno dei principali componenti della società greca, contrario alla nuova legge, è rappresentato proprio dalla Chiesa tradizionalista di Grecia, la quale critica anche il matrimonio civile eterosessuale. I funzionari della Chiesa hanno più volte polemizzato, prima della votazione, la possibile influenza del disegno di legge sui valori cardine della famiglia tradizionale.

Siccome la legalizzazione del matrimonio fra persone dello stesso stesso continua a non venir accettata dalla Chiesa ortodossa greca, questa passa all’offensiva. I prelati, secondo quanto ha riportato Il Guardian, fanno riferimento ad una decisione “demoniaca”, approvata da “legislatori immorali” e, pertanto, esigono la scomunica di tutti quei deputati che hanno votato a favore del disegno di legge. Nello specifico, vogliono che i parlamentari siano ostracizzati dalla chiesa, che vengano esclusi dal rito cristiano della comunione, così come dagli eventi della comunità, se questi non dimostreranno il proprio pentimento.

Una lettera aperta chiedeva la scomunica immediata di Mitsotakis e degli altri parlamentari che supportavano la legislazione, dato che “la nostra chiesa ortodossa è sotto assedio”.

Cosa ha stabilito il Santo Sinodo?

Il capo spirituale greco, l’arcivescovo Ieronymos, ha suggerito di votare tramite un referendum popolare. Le autorità ecclesiastiche di Corfù, per il momento, hanno proibito a due parlamentari di presenziare ad ogni tipo di rito religioso, tacciandoli di aver compiuto “il più profondo errore spirituale e morale” e stabilendo che “non possono considerarsi membri attivi della Chiesa”.

Inoltre, l’organo direttivo della Chiesa, il Santo Sinodo, ha annunciato che la messa del 24 marzo 2024, quella che segna la domenica ortodossa – uno dei giorni più sacri del calendario ortodosso orientale – non avrà luogo nella cattedrale di Atene come ogni anno, bensì in una chiesa più piccola, alla quale la Presidente, Katerina Sakellaropoulou, non era stata invitata.

Ieronymos e altri rappresentati del Santo Sinodo hanno anche spiegato che avrebbero rifiutato l’invito del Presidente a un pranzo lo stesso giorno, di norma frequentato dai capi laici e spirituali della Grecia.