I cercapersone esplosi in Libano e Siria erano di manifattura ungherese: chi si cela dietro all’attacco?

L’azienda Gold Apollo sotto accusa: pare che i cercapersone esplosi in Libano e Siria siano prodotti da un partner ungherese.

La Gold Apollo, società di elettronica con sede a Taiwan, ha confessato che i dispositivi cercapersone che hanno ferito migliaia di persone e provocato almeno 18 morti tra Libano e Siria, sono stati prodotti e venduti sul mercato da una loro azienda partner ungherese.

La ditta partner e le dichiarazioni

Nello specifico, si tratta della BAC Consulting Kft., associazione capitanata da Cristiana Arcidiancono-Barsony, una 49enne di origini italiane ed ungheresi.

In sua difesa, la Gold Apollo ha dichiarato che essi non hanno svolto un ruolo nella tragica vicenda, poiché: “In base all’accordo di cooperazione, autorizziamo BAC a utilizzare il nostro marchio registrato per la vendita di prodotti in regioni designate, ma la progettazione e la fabbricazione dei prodotti sono di esclusiva responsabilità di BAC. La nostra azienda fornisce solo l’autorizzazione al marchio registrato e non è coinvolta nella progettazione o nella fabbricazione di questo prodotto”.

Di tutta risposta, il quotidiano online ungherese Telex ha interrogato l’amministratrice di BAC, Cristiana, la quale ha affermato che la produzione non ricadesse nei loro compiti principali: “Non facciamo i cercapersone, siamo solo degli intermediari. Penso che siate male informati”.

Le ipotesi e le prossime mosse

L’attacco, avvenuto martedì 17 settembre, ha provocato l’esplosione dei dispositivi utilizzati dai membri di Hezbollah, un gruppo paramilitare libanese, e si teme che dietro ci sia lo zampino di Israele. Le detonazioni sono avvenute simultaneamente sia in Libano che in Siria. Il New York Times sostiene che i congegni fossero stati dotati di una carica esplosiva e di un meccanismo per la ricezione a distanza e che fossero stati modificati prima di oltrepassare i confini libanesi e siriani. Si ipotizza che l’intelligence israeliana Mossad e l’esercito abbiano intercettato e manomesso il lotto di cercapersone in viaggio, oppure che abbiano effettuato un attacco hacker, surriscaldando le batterie al litio dello strumento per provocarne l’esplosione.

Difatti, i membri di Hezbollah ne erano dotati per ragioni di privacy e sicurezza: il segretario generale Hassan Nasrallah aveva chiesto ai membri del gruppo di distruggere i propri telefoni cellulari, poiché facilmente rintracciabili da Israele a causa del fenomeno di geolocalizzazione. Successivamente, il segretario aveva distribuito circa 5 mila cercapersone ai membri, 3 mila provenienti dalla Gold Apollo, del modello AR924.

Dal canto suo, Hassan Nasrallah ha annunciato che farà un’apparizione pubblica questo giovedì 19 settembre alle 17.00 delle ore locali per fare il punto della situazione dopo i nuovi avvenimenti.