Donald Trump, prossimo alle elezioni, nomina l’uso della violenza come metodo per sconfiggere la criminalità negli USA.
Donald Trump, noto per la sua retorica violenta e cruda, si è nuovamente espresso per la sua corsa alle elezioni (previste per questo 5 novembre 2024), utilizzando un linguaggio piuttosto controverso.
Le brutali parole e la retorica di Trump
Nello specifico, il candidato repubblicano si trovava a Erie, in Pennsylvania, per partecipare ad un’assemblea. Durante il suo discorso, Trump ha alluso alla situazione negli USA e che “un giorno di violenza metterebbe fine alla criminalità“.
Secondo il tycoon, se le autorità statunitensi svolgessero davvero il proprio lavoro con rigore, il crimine cesserebbe di esistere. Trump ha continuato, dichiarando “se ci fosse un giorno davvero violento”, “un’ora violenta, e intendo davvero violenta, la voce si spargerebbe e finirebbe immediatamente”.
Affermazione che ha lasciato il pubblico confuso, nonostante non sia la prima volta che il repubblicano utilizzi queste espressioni nei suoi discorsi. Molti hanno paragonato il suo modo di esprimersi a quello di dittatori come Hitler o Mussolini, scagliandosi violentemente nei confronti degli avversari politici e dei migranti.
Stile ‘The Purge‘?
Possiamo aspettarci qualcosa in stile ‘The Purge‘? La pellicola del 2013 (il titolo tradotto in italiano è ‘La notte del giudizio’) tratta di come, in un futuro distopico, i livelli di criminalità negli USA abbiano raggiunto le stelle. Si è formato un nuovo partito, denominato Nuovi Padri Fondatori dell’America (New Founding Fathers of America), il quale ha lo scopo di avviare una ‘purificazione‘ dei cittadini per abbassare il tasso di violenza e di disoccupazione. Il NFFA ha eletto ‘Lo Sfogo‘: si tratta di un periodo di tempo di 12 ore annue (che va dalle 7:00 di sera alle 7:00) di mattina), dove i servizi medici, la pubblica sanità e la sicurezza vengono interrotti ed ogni atto aggressivo e letale di criminalità è consentito.
Le ultime notizie sulle elezioni
Mancano solo cinque settimane all’evento e per ora le votazioni sembrano preferire la candidata democratica Kamala Harris. Il destino dell’Election Day è in mano ai cosiddetti Stati in bilico (Swing States) cioè la Pennsylvania, l’Arizona, la Georgia, il Michigan, il Nevada, la Carolina del Nord e il Wisconsin. Si tratta di stati che non parteggiando per nessuno dei due partiti e saranno fondamentali nell’assegnazione della vittoria a Trump o alla Harris. Per l’Europa, sicuramente l’elezione di Kamala risulterebbe più vantaggiosa, soprattutto per quanto riguarda la sfera dei conflitti armati internazionali e il possesso di armi nucleari.