La foto della Principessa Qajar, diventata presto un meme, rappresenta il simbolo della bellezza persiana nel 1900.
Risale al 2017 il post pubblicato su Facebook che raffigura una nobile donna baffuta, denominata ‘Principessa Qajar’, ritenuta l’apice della bellezza della Persia attorno al 1900.
La dicitura sostiene addirittura che ben 13 pretendenti si siano tolti la vita dopo che lei aveva respinto le loro avances romantiche. Ma cosa c’è di vero dietro a questi scatti?
La realtà dietro alle foto del web
Le foto, diventate virali in pochissimo tempo, in realtà nascondono una singolare verità: la ‘Principessa Qajar’ non è mai esistita e le foto caricate sul web, in realtà, raffigurano ben due principesse persiane. Entrambe regnarono durante la dinastia persiana Qajar, dal 1789 al 1925.
Difatti, la dottoranda Victoria Van Orden Martínez dell’Università di Linköping ha proclamato che le due illustrazioni mostrino due sorelle: la principessa Fatemeh Khanum “Esmat al-Dowleh” (nata nel 1855) e la principessa Zahra Khanum “Taj al-Saltaneh”, del 1883. Le sorellastre erano figlie del regnante Naser al-Din Shah Qajar, il quale adorava la fotografia e spesso ritraeva sia le due bambine, che il suo gatto Babri Khan.
Molte informazioni dichiarate sono probabilmente frutto dell’immaginazione collettiva degli utenti, tra cui il suicidio dei 13 corteggiatori: entrambe le donne si maritarono molto giovani, entrando in contatto con pochi uomini, se non i loro parenti di famiglia.
Infatti, si dice che Esmat al-Dowleh si sposò a soli 11 anni, arricchendosi in poco tempo grazie all’unione. Inoltre, la ragazza amava suonare il pianoforte e ricamare e, presso la corte del padre, ospitava ed intratteneva le mogli dei diplomatici europei che venivano in visita.
La ribelle Taj al-Saltaneh e la sua lotta per il femminismo
Dal canto suo, la sorellastra Taj al-Saltaneh, dodicesima figlia di Naser al-Din Shah Qajar, si unì in matrimonio all’età di 10 anni ed è passata alla storia per essere stata una fervente femminista, nazionalista e scrittrice. Successivamente, divorziò per ben due volte e redasse le sue memorie, intitolate ‘Crowning Anguish: Memoirs of a Persian Princess from the Harem to Modernity’. La regnante ebbe quattro figli.
Sin da piccola frequentò la scuola, imparando a parlare francese, persiano e l’arabo. Taj al-Saltaneh lottò per i diritti delle donne per tutta la sua vita e fu una delle prime a scegliere volontariamente di non portare l’hijab (il velo islamico tradizionale indossato dalle donne), imitando i costumi dell’Occidente. Amava leggere, dipingere ed intrattenere conversazioni e dialoghi nei saloni letterari con personaggi di cultura.