Zelensky alza le tasse per finanziare la difesa e introduce un bonus di 24 dollari, suscitando reazioni contrastanti in Ucraina.
Mentre l’Ucraina continua a fronteggiare l’invasione russa e a gestire una crisi economica senza precedenti, il presidente Volodymyr Zelensky ha approvato un pacchetto legislativo che unisce misure fiscali drastiche a un piccolo sostegno economico diretto ai cittadini.
L’annuncio delle nuove tasse, accompagnato da un pagamento una tantum di 24 dollari per ogni ucraino, ha suscitato reazioni miste e un dibattito acceso sulle priorità economiche del Paese in tempo di guerra.
L’aumento delle tasse per la difesa, un austerità necessaria
Le nuove leggi fiscali rappresentano l’aumento delle tasse più significativo dall’inizio del conflitto con la Russia. L’aliquota sul reddito destinata alle spese militari è passata dall’1,5% al 5%, mentre i canoni di affitto e i profitti bancari saranno soggetti a nuove imposizioni, con una tassazione sulle banche che raggiunge il 50%.
Secondo Zelensky, queste misure genereranno circa 3,5 miliardi di dollari entro il 2025, denaro cruciale per garantire il pagamento degli stipendi dei militari e sostenere lo sforzo bellico.
Gli analisti ritengono che l’inasprimento fiscale sia anche una risposta alle preoccupazioni legate all’imminente insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Il timore che Washington possa ridurre il sostegno finanziario e militare all’Ucraina ha spinto il governo di Kyiv a rafforzare le proprie entrate interne, affidandosi maggiormente al contributo economico di cittadini ed imprese.
Un piccolo aiuto per le famiglie stremate
Parallelamente, Zelensky ha introdotto un programma che prevede un pagamento una tantum di 24 dollari per ogni cittadino. Nonostante la cifra sembri simbolica, in un Paese dove lo stipendio medio mensile si aggira intorno ai 500 dollari, il presidente ha sottolineato che potrebbe rappresentare un sollievo tangibile per molte famiglie.
I cittadini possono utilizzare il denaro per coprire spese quotidiane, come bollette o beni di prima necessità, ma possono anche scegliere di donarlo all’esercito, una possibilità che riflette lo spirito di solidarietà nazionale. Finanziato con fondi precedentemente destinati a programmi per la disoccupazione e lo sminamento, il progetto ha già registrato oltre 3,2 milioni di richieste.
Tuttavia, non mancano le critiche. Alcuni economisti e una parte della popolazione ritengono che questi fondi avrebbero potuto essere impiegati più efficacemente sostenendo le fasce più vulnerabili o potenziando ulteriormente lo sforzo militare.
Una petizione che chiede di destinare tali risorse esclusivamente alle operazioni belliche ha raccolto più di 25.000 firme, obbligando il governo a rispondere ufficialmente alla richiesta.
Il Ministero dell’Unità Nazionale
Tra le novità legislative della settimana, spicca anche la creazione del Ministero dell’Unità Nazionale, un ente pensato per contrastare l’influenza russa all’interno del Paese e favorire il ritorno degli ucraini emigrati. L’idea nasce dalla volontà di Zelensky di ricostruire il tessuto sociale e demografico della nazione, duramente colpita dalla guerra.
Con un budget iniziale di 3,6 milioni di dollari, il ministero avrà il compito di promuovere iniziative per riportare in patria i milioni di cittadini fuggiti dal conflitto, ma i dettagli su come ciò verrà attuato rimangono vaghi.
Tra popolarità e critiche
Le decisioni di Zelensky riflettono il delicato equilibrio tra il tentativo di mantenere la fiducia della popolazione e la necessità di affrontare sfide economiche e militari sempre più pressanti. Sebbene un sondaggio recente indichi che la fiducia nel presidente resta relativamente alta al 59%, il calo di popolarità registrato nell’ultimo anno suggerisce che il sostegno non è più incondizionato.
Queste mosse, che combinano austerità fiscale e incentivi simbolici, rappresentano uno sforzo per rafforzare la resilienza dell’Ucraina. Ma rimane da vedere se saranno sufficienti per consolidare l’appoggio dei cittadini e preparare il Paese a superare le incertezze di un futuro segnato dalla guerra.