Covid, Bolsonaro rischia grosso: ecco l’accusa contro di lui

Almeno 300mila morti di Covid-19 in Brasile erano “evitabili“. Lo hanno stabilito gli 11 membri – 4 di maggioranza e 7 di opposizione – della commissione di inchiesta sul Covid voluta dal Congresso. Il lungo report della commissione (più di 1200 pagine) propone quindi l’incriminazione del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e di altre 69 persone, tra cui tre dei suoi figli, per crimini contro l’umanità.

Fino a ora, secondo i dati riportati dal Corriere della sera, 600mila persone sono morte di Coronavirus in Brasile. La metà di loro si sarebbe potuta salvare, se il governo brasiliano fosse intervenuto tempestivamente. Tuttavia, le idee di Bolsonaro, al limite del complottismo e del negazionismo, hanno permesso al virus di dilagare in Brasile, secondo la Commissione. Inseguendo l’immunità di gregge ed evitando a lungo di introdurre misure restrittive, Bolsonaro si sarebbe quindi, indirettamente, reso responsabile di molti decessi.

L’inchiesta è stata guidata da Renan Calheiros, senatore centrista, che non ha dubbi: “Molte di queste morti erano evitabili. […] Sono personalmente convinto che il presidente sia responsabile di questa carneficina”.

Con oltre 15 milioni di casi totali, il Brasile è il Paese latinoamericano più colpito dal Covid. E non a caso. Fin dall’inizio della pandemia, infatti, Bolsonaro ha sempre rifiutato di prendere seriamente il Covid. Nonostante lui stesso sia stato contagiato, lo scorso anno, ha continuato per la sua strada e il suo atteggiamento non è cambiato nemmeno con l’arrivo del vaccino. Anzi. Il presidente brasiliano tutt’ora rifiuta di vaccinarsi.

Non è certo che la proposta della commessione si traduca a tutti gli effetti in un’incriminazione per Bolsonaro, ma sicuramente è indice del clima di tensione che si respira in Brasile, con le elezioni presidenziali previste nel 2022.