Squid Game, la fortunata serie sudcoreana di Netflix, avrà una seconda stagione. Il successo inaspettato della prima stagione non lasciava molti dubbi a riguardo, ma ieri la conferma è arrivata direttamente dal creatore della serie, Hwang Dong-hyuk.
“Ci sarà davvero una seconda stagione. È nella mia testa in questo momento” ha dichiarato Hwang a un evento a Los Angeles. Le sue parole sono state riprese da Associated Press, che ha diffuso la notizia via Twitter: Squid Game 2 ci sarà, il protagonista Gi-hun tornerà con nuove avventure e “farà qualcosa per il mondo”.
COMEBACK SQUID: Hwang Dong-hyuk, the director, creator, writer of #SquidGame says the show will be back with more Gi-hun adventures. pic.twitter.com/uqC1DIdZqy
— AP Entertainment (@APEntertainment) November 9, 2021
Netflix non ha ancora annunciato ufficialmente il rinnovo, che però ormai sembra cosa fatta. Nessuna informazione, invece, è al momento disponibile sulla data di uscita della seconda stagione.
Squid Game, il successo che non ti aspetti
Gi-hun è un padre divorziato e sommerso dai debiti, che accetta di prendere parte a una serie di giochi mortali per vincere un’ingente somma di denaro e risolvere così i suoi problemi economici. Con lui competono più di 450 persone, tutte disposte a rischiare la vita per risollevare le proprie finanze grazie alla vincita del “gioco del calamaro“.
La serie è stata un successo enorme – e inaspettato -, al punto che le vendite del modello di scarpe Vans che i personaggi indossano sono aumentate esponenzialmente (+145%) nel giro di alcune settimane. Il suo pubblico è vastissimo: secondo i dati pubblicati da Panorama, il 66% degli utenti di Netflix ha visto Squid Game entro un mese dal suo lancio. Indicativamente, si parla di 142 milioni di account.
Nonostante ciò, le critiche non sono mancate. Alcuni giornali, infatti, hanno sottolineato la violenza di Squid Game, chiedendosi se possa scatenare tentativi di emulazione tra i più giovani. Preoccupazioni di questo tipo sono comparse su testate autorevoli, tra cui New York Times e The Guardian, ma anche sulla stampa si trovano sostenitori della serie. Panorama, ad esempio, in un articolo a firma di Mariella Baroli, nota che Squid Game non è certo la prima serie a utilizzare ampiamente la violenza. E, secondo Baroli, non è la violenza la principale caratteristica di Squid Game. La serie, infatti, per lei è innanzitutto “una critica spietata al nostro mondo ossessionato dal denaro“.