In vista delle feste, non potevano mancare le polemiche sull’albero di Natale: quello di Torino delude i cittadini, che lo rinominano il “Nuovo Spelacchio”.
Il simbolo natalizio, in versione erba sintetica e luci, fa discutere vecchia e nuova amministrazione che, sollecitate dalla pungente ironia scatenatasi sui social, diventa una questione da sottoporre al Consiglio comunale.
Il consigliere della Lega, Fabrizio Ricca, chiede “come sia nata questa imbarazzante scelta decorativa”, aggiungendo che “un albero di Natale così brutto non si era mai visto. Non che quello dell’anno scorso fosse migliore ma qui stiamo raggiungendo vette notevoli di grottesco”.
Da una semplice disputa a livello estetico, la vicenda è diventata di dominio politico, in un acceso scaricabarile tra la vecchia e la nuova amministrazione.
L’ex assessore Antonino Iaria si difende e scrive su Facebook: “Per fare l’albero ci vuole un bando a procedura negoziata, chi partecipa redige una proposta, quindi si nomina una commissione tecnica, non politica, che decide il vincitore. Aggiudicazione avvenuta il 28 ottobre con in carica già il nuovo sindaco, che avrebbe potuto confermare o ribaltare il risultato, ossia indire una nuova procedura”.
L’albero fatto ad uncinetto delle nonne di Ostuni
Se da un lato abbiamo una città scontenta del proprio albero natalizio, dall’altro ne abbiamo una che si dice estremamente fiera del simbolo del Natale collocato nella propria piazza.
È il caso dell’albero alto ben 12 metri realizzato all’uncinetto dal centro per anziani Il filo d’Arianna di Ostuni, gestito dall’associazione Le radici del Sud.
All’impresa, la cui realizzazione ha richiesto oltre 2 mesi di lavoro, hanno collaborato una cinquantina di signore del centro, ma anche alcuni giovani volontari.
Così, a partire da ottobre, si è iniziato a lavorare senza sosta alle 4000 mattonelle colorate che costituiscono il drappo, per riuscire a completare l’albero prima delle feste.
Michele Conenna, giovane curatore artistico dell’associazione Le radici del Sud e ideatore del progetto, racconta a Repubblica: “Questo è l’albero della Puglia, non è solo nostro. Ci ricorda anche che gli anziani non devono essere lasciati soli, né a Natale né mai. Sono il nostro tesoro”