Il 31 Marzo si celebra la “International Transgender Day of Visibility” ossia la “Giornata Internazionale della Visibilità delle persone transgender” dedicata alla libera espressione della propria identità di genere.
Lo scopo fondamentale della giornata, creata negli USA nel 2009 e ripresa pochi anni più tardi da ltri stati, è quello di celebrare le persone transgender, non binarie e di genere non conforme, e al contempo aumentare la consapevolezza e la conoscenza attorno a questa comunità a livello internazionale.
A distanza di 28 anni dalla rimozione dell’omosessualità dall’elenco dei disordini mentali, nel 2018, anche la transessualità è stata depennata dall’elenco dell’International classification of diseases (Icd).
Ciò vuol dire che la disforia di genere, ovvero sentirsi uomo o donna a prescindere dal proprio corpo biologico, non è più considerata una malattia.
Una scelta che traccia una strada verso una maggiore inclusione dei soggetti transessuali nelle politiche della tutela dei propri diritti.
La transessualità, tuttavia, resta elencata nell’ICD in una voce di nuova creazione che indica le “condizioni di salute sessuale” (condizioni legate alla salute sessuale non necessariamente assimilabili alle voci delle patologie previste nell’ICD), perché possano essere garantiti ai transessuali accessi adeguati ai trattamenti sanitari e cure mediche, come le terapie ormonali e percorsi di sostegno psicologico per i percorsi di cambio di sesso.
Ecco cosa ha dichiarato l’OMS:
“L’incongruenza di genere è stata rimossa dalla categoria dei disordini mentali dell’International Classification of Diseases per essere inserita in un nuovo capitolo delle ”condizioni di salute sessuale”. È ormai chiaro che non si tratti di una malattia mentale e classificarla come tale può causare una enorme stigmatizzazione per le persone transgender“.
La situazione in Italia
Nascondere la propria identità di genere è un’esperienza dannosa, che può favorire l’isolamento sociale, lo stigma e la vergogna.
Dai dati riportati dal progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide, il nostro risulta essere il paese più transfobico d’Europa: 42 sarebbero infatti gli omicidi di persone trans registrati a partire dal 2008.
Pesa, e molto, l’assenza di una legge contro l’omotransfobia (come potrebbere essere il DDL Zan).
Sostenere i diritti delle persone transgender e riconoscere il loro diritto ad esistere è solo il primo passo per garantire a tutti dignità e uguaglianza.
Occorre quindisensibilizzare ad una maggiore attenzione perché nessuno e nessuna resti indietro nell’esercizio dei propri diritti umani.