Santa Caterina da Siena è patrona d’Italia: perché? Come si celebra?

Santa Caterina da Siena si celebra come ogni anno il 29 aprile.

La Beata viene considerata Patrona d’Italia e dottore della chiesa, ed è ricordata nel giorno dell’anniversario della sua morte.

Biografia

Santa Caterina, al secolo Caterina Benincasa, nacque il 25 marzo 1347 nel rione di Fontebranda come ventiquattresima figlia dei 25 figli di Jacopo Benincasa, tintore.

All’età di soli sei anni le apparve Gesù vestito da Sommo Pontefice, con tre corone sul capo ed un manto rosso, con accanto i Santi Pietro, Giovanni e Paolo; a sette anni Caterina fece voto di verginità, cominciando inoltre un percorso di mortificazione della carne, fatto di penitenze e digiuni.

Dalla sua stessa penna si apprende che intorno ai dodici anni, non conoscendo il voto da lei espresso, i genitori iniziarono a pensare di darla in sposa: la fanciulla allora si tagliò i capelli e coprì il capo con un velo.

Le rimostranze del padre furono vinte solo quando, sorprendendola durante le preghiere, vide aleggiare sulla sua testa la colomba dello Spirito Santo.

A sedici anni Santa Caterina entrò nel terzo ordine delle Domenicane, dette Mantellate per via del mantello nero indossato sull’abito bianco, pur rimanendo a vivere presso la sua abitazione.

La giovane si avvicinò alle letture sacre pur essendo semianalfabeta, avendo ricevuto dal Signore il dono di saper leggere; imparò solo molto tardi a scrivere, tanto che la maggior parte dei suoi scritti sono frutto di dettatura ad altri.

Una nuova miracolosa apparizione avvenne al termine del Carnevale del 1367: le apparve Gesù, con la Vergine e altri santi, per sposarla a sé nella fede, e a sugello dell’unione mistica, avrebbe ricevuto un anello, adorno di rubini, visibile soltanto ai suoi occhi (è per questo che Caterina è iconograficamente rappresentata con l’anello e con un giglio).

Per quanto priva di formazione scolastica o teologica, Santa Caterina non si mostrò mai intimorita al cospetto dei potenti, tanto da esporre al legato pontificio in Italia la necessità di una riforma dei costumi del clero, nonché di organizzare una crociata in Terra Santa.

Le autorità ecclesiastiche, insospettite dalla straordinarietà della sua figura, la chiamarono nel 1374 a Firenze di fronte al Capitolo generale dei Domenicani, che ne riconobbe l’ortodossia. Tuttavia, tutta la sua vita sarà accompagnata dalle maldicenze.

Secondo la tradizione devozionale il 1º aprile 1375 ricevette le stimmate nella chiesa di Santa Cristina a Pisa, dove si trovava invitata da papa Gregorio XI per preparare la crociata da lei stessa sollecitata, stimmate che però rimasero invisibili fino alla sua morte.

Santa Caterina morì a Roma, il 29 aprile 1380, provata da una vita di digiuni e di astinenze, addolorata per lo scisma e le guerre, a soli 33 anni, dopo essersi rifiutata di bere per un mese.

Fu canonizzata da Papa Pio II nel 1461 e dichiarata Dottore della Chiesa da Paolo VI il 4 ottobre 1970.

È, inoltre, patrona principale d’Italia per nomina di papa Pio XII il 18 giugno 1939, insieme a san Francesco d’Assisi e compatrona d’Europa per nomina di papa Giovanni Paolo II il 1º ottobre 1999.

Le sue spoglie furono sepolte a Roma, nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva, ma nel 1384 le fu staccato il capo per portarlo, come reliquia, a Siena, dove è tuttora conservato nella Basilica di San Domenico, insieme a un suo dito.

Con questa reliquia viene impartita la benedizione all’Italia e alle Forze Armate nel pomeriggio della domenica in cui si tengono le Feste internazionali in onore di Santa Caterina da Siena.