Masini

Marco Masini, celebre cantautore toscano degli anni ’90, è passato alla storia per una infamante diceria sul suo conto, secondo la quale sarebbe portatore di cattiva sfortuna.

Parrebbe un’accusa di poco conto, perlopiù senza alcun fondamento, ma a causa della stessa il cantante ha per molto tempo sofferto le conseguenze di tale credenza.

“Mi dicevano che portavo sfortuna, forse avrei scritto canzoni più brutte se non avessi passato quei momenti bui” si racconta al Corriere della Sera. E aggiunge “Ho una grande fortuna che è quella di non aver mai provato odio per nessuno. Ho sempre sfruttato qualsiasi situazione, anche la più difficile, per crescere e imparare”.

Ma come è nata questa diceria?

Come Mia Martini prima di lui, anche Marco Masini è stato etichettato quale ‘portatore di iella’, che sconfiggerà nel 2004 con la vittoria alla 54esima edizione del Festival di Sanremo avvenuta con il brano L’uomo Volante.

Ignota l’origine di tale diceria, la quale però nata da un addetto ai lavori (lo stesso che, ogni volta che mi si nominava, faceva le corna o altri scongiuri)” si è amplificata in maniera incontrollata a tal punto da mettere più volte a rischio la carriera dello stesso cantante. “Nessuno l’ha fatto apposta, non credo sia iniziato per odio. La cosa è iniziata per scherzo, è andata come è successo per Mimì. Per lei è successo per una cosa casuale, credo sia successo qualcosa durante un montaggio del palco di un suo concerto. Per me per le canzoni che ho scritto. Chi si identificava pensava che sarebbero state d’aiuto per uscire da un momento triste. Chi non viveva quel momento e si disinteressava del disagio generazionale, mi ha individuato come un cantante negativo perché esprimevo dei concetti negativi“.

La nomea da iettatore infatti non si è limitata ad una semplice voce di corridoio, ma ha addirittura portata alcuni produttori a rifiutare le sue canzoni a causa del timore che i soldi investiti potessero andare sprecati. “Il momento più buio è stato nel 2001. Al mio manager arrivò una lettera di una televisione con su scritto ‘mi dispiace il pezzo è molto bello ma il suo artista emana energie negative’. Una casa discografica mi restituì il contratto perché non aveva il budget per i miei progetti, avendo difficoltà a promuovermi”.

E anche in televisione il risultato fu il medesimo. “Le tv non mi volevano ospitare, continuavano a ripetermi ‘Ci dispiace ma sei un prodotto invendibile’, ma non volevo ritirarmi”.

Eppure nel 2001 annunciò il suo ritiro dalla carriera, dichiarando che avrebbe smesso di fare il musicista. “Non mi rovineranno la vita come a Mia Martini” – ma la musica non l’ha mai abbandonato – “sono uno che spiega le cose come sono. Non avrei mai pensato di arrivare a prendere quel tipo di decisione: non volevo smettere, volevo continuare. (…) L’ho capito e sono cambiato. Mi sono evoluto. Non è stato facile, però avevo la certezza che il tempo aggiusta tutto. C’è chi non arriva a fine mese, quelli sono problemi, io nel complesso mi ritengo molto fortunato”.