Per chi non lo sapesse è possibile telefonare al numero 161 per conoscere l’ora esatta in Italia. Il servizio fornito dalla Tim costa 30 centesimi a chiamata mentre per la WindTre costa 16,26 centesimi a chiamata.
Gli operatori italiani, a differenza di quelli francesi, non hanno nessuna intenzione di ritirare il servizio al momento. Si tratta di un buon mezzo molto apprezzato dai più nostalgici in quanto si usava soprattutto quando non c’erano ancora gli smartphone.
In Francia il servizio è offerto dalla Orange ma ben presto lo ritireranno. “Quest’anno le telefonate sono state poche migliaia” ha riferito Catherine Breton, direttrice marketing di Orange. La possibile causa, oltre l’utilizzo dei cellulari, potrebbe essere l’elevato prezzo di 1 euro e 50 mentre da noi il servizio risulta essere molto più economico.
I francesi, dunque, dopo ben 89 anni dovranno dire addio per sempre al numero telefonico, nel loro caso il 3699, che comunica l’ora esatta.
Ma ora vediamo un po’ insieme la storia del servizio che ha accompagnato per generazioni i cittadini.
La storia dell’orologio parlante
Il numero telefonico, chiamato anche “orologio parlante”, è stato introdotto negli anni Venti per fornire con sicurezza indicazioni sull’ora.
In quel periodo, a rispondere alle telefonate erano centraliniste mentre adesso avviene tutto in automatico con una voce registrata.
In Francia, in particolar modo, le chiamate sul numero 3699 erano così frequenti che solo i più fortunati riuscivano a ricevere una risposta dalle operatrici.
Nel 1933, Ernest Esclagon riuscì a facilitare il servizio grazie all’introduzione della risposta automatica. Ovviamente veniva tutto monitorato per evitare errori nel funzionamento.
Nel 1991 l’orologio ha raggiunto una precisione quasi assoluta e per stare al passo con i cambiamenti hanno introdotto anche una voce maschile registrata, non più solo quella femminile.
In Italia, la tradizione rimarrà viva grazie a un servizio per noi ormai così semplice da avere ma che per anni è stato di vitale importanza.